Il 'Gronchi rosa' compie sessant'anni. Come nacque e quanto vale il mitico francobollo

Un errore nella cartina del Perù suscitò le ire dell'ambasciatore e il ministero si affrettò a ritirare gli esemplari. Ma era troppo tardi...

Il 'Gronchi rosa', emesso il 6 aprile 1961

Il 'Gronchi rosa', emesso il 6 aprile 1961

Firenze, 6 aprile 2021 - Il 6 aprile è una data importante per i collezionisti di francobolli. Il giorno dell’emissione, avvenuta nel 1961, del ’Gronchi rosa’, il più raro e desiderato esemplare dell’intera emissione filatelica italiana. Un pezzo ancor oggi conteso, dagli appassionati e dai mercanti.  Ne parliamo con un collezionista amatoriale, informatissimo, PierFranceesco Benucci, 83 anni, fiorentino di nascita, una vita da funzionario specializzato in export dell’Unione industriale pratese oggi residente a Barberino di Mugello.  Benucci è proprietario di un esemplare di 'Gronchi rosa' e della busta, inviata per raccomandata a un destinatario di Prato, affrancata con il raro francobollo che vedete qui sotto.  

Busta col Gronchi rosa e gli altri francobolli dedicati al viaggio del Capo dello Stato

Come fu che un semplice francobollo diventò Gronchi rosa? “Il francobollo, del valore nominale di 205 lire fa parte di una serie di tre esemplari dedicati agli stati visitati da Gronchi: Argentina (170 lire), Uruguay (185 lire) e Perù (205 lire) nell'aprile 1961. Sul ’Gronchi rosa’ si evidenzia il Perù, indicandone confini, non aggiornati rispetto alla guerra con l’Ecuador del 1941-42, dopo la quale i peruviani annessero territori nel bacino del Rio delle Amazzoni: a Renato Mura, disegnatore del francobollo fu fornito un atlante De Agostini del 1939, che n on teneva conto dei confini mutati col successivo conflitto“.  Quindi? “La mattina del 3 aprile, allora lunedì di Pasqua, iniziò la vendita, per dar modo ai collezionisti di preparare gli aerogrammi che dovevano viaggiare con il volo presidenziale del 6 aprile. La giornata di festa rallentò gli acquisti e furono vendute solo 79.625 serie complete. Però, sorse un guaio“.

Pierfrancesco Benucci, filatelico amatoriale

Ossia? “La mattina di Pasquetta l’ambasciatore peruviano in Italia, Alfonso Arias, protestò ufficialmente per la questione dei confini, il ministero ordinò il ritiro del francobollo, si tentò di recuperare quelli venduti e si ordinò di coprire con una versione corretta (grigia) gli esemplari già affrancatri e spediti, intercettando la corrispondenza in una grandiosa operazione-lampo. Alcuni pezzi però non furono rintracciati". Quanti?  “Poste annunciò 79.625 esemplari sfuggiti al ritiro, 90 destinati al museo postale e 80 accantonati per omaggi a diplomatici. Secondo il ministero furono venduti 79.455 francobolli da 205 lire ’Gronchi rosa’. Di conseguenza, se gli esemplari dati ai musei sono stati conservati, il numero teorico dei “Gronchi rosa” in circolazione dovrebbe essere di 79.535“. Quanto vale un Gronchi rosa?  “Circa mille euro il francobollo nuovo con la gomma integra e circa 500 euro i pezzi senza gomma provenienti dalle affrancature delle buste intercettate e ricoperte con il grigio. Le buste col ’Gronchi rosa’ valgono fra i i 600 e i 900 euro, a seconda di qualità e conservazione“. 

L'unico esemplare di Gronchi rosa con la cartina della Tanzania ha valore inestimabile Ci fu poi un caso ulteriore.  “Su un esemplare, per difetto di stampa, fu impressa una macchia in corrispondenza della Tanzania, lasciando supporre che Gronchi andasse in Perù con tappa in Africa. L’ esemplare, unico, non è quotato anche perché è passato di proprietà solo due volte. Una nota rivista filatelica ha dedicato un lungo e approfondito articolo su questo pezzo unico, definendolo unico caso di “francobollo naturale su francobollo naturale, denominandolo “Gronchi rosa biconfine Tanzania”. Cosa ha significato il ’Gronchi rosa’ per la filatelia? “Un’ immensa promozione gratuita. Molti giovani dell’epoca iniziarono ad appassionarsi di francobolli incuriositi dal caso 'Gronchi rosa'. E non li hanno mai più abbandonati“.

Piero Ceccatelli

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