Firenze, 12 luglio 2024 – Partita da Campo di Marte per riemergere a Castello, la talpa che sta scavando il sottosuolo di Firenze per far posto al tunnel dedicato ai treni dell’alta velocità "ha già completato 1.075 metri", dei circa 7 chilometri previsti dall’infrastruttura. Lo conferma Rfi durante il sopralluogo organizzato con la Regione Toscana nel cantiere della stazione Foster, dove si è arrivati a 15 metri di scavo per raggiungere, come da progetto, i 24. Un dato che ribadisce anche il governatore Eugenio Giani: la fresa, questa sorta di cantiere mobile lungo 110 metri, "è già oltre piazza della Libertà, sta entrando in via Spartaco Lavagnini".

E qui, pensando al primo chilometro completato (visto che mentre procede vengono già sistemati i conci del rivestimento, quindi mancano "solo i binari e la linea elettrica"), il governatore sottolinea un dato: "Il ventre di Firenze, che non era mai stato violato, reagisce positivamente". Questi 1.075 metri scavati rappresentano, infatti, "il pezzo più delicato della città. Da Campo di Marte progressivamente si è passati senza accorgersene, a una distanza sotterranea di cinque, sei metri, sotto le case di uno dei quartieri più abitati di Firenze, le Cure". Ora, prosegue, la "talpa è a una quota di 20 metri e scenderà fino a 24, quando sarà nel camerone della stazione Foster". Una struttura lunga 450 metri in linea, largo oltre 50, progettato con quattro maxi-aperture per far filtrare la luce dalla superficie così da illuminare naturalmente l’opera.
Il comitato No Tunnel Tav, tuttavia, all’agenzia Dire parla di ritardi sulla realizzazione e, per questo, di costi che potrebbero lievitare. Una lettura che Giani non condivide e che respinge: "Io vedo la bellezza e l’importanza dei lavori fatti per Firenze. E a me sembra che siano andati molto veloci. Da ottobre si è scavato per 1.075 metri sotto il supermercato di via Masaccio, le case delle Cure, quelle nel quartiere trafficatissimo di via Don Minzoni. E chi se n’è accorto? Nessuno. Chi ha visto un camion con la terra" scavata e tolta dal sottosuolo di Firenze "e che oggi è a Santa Barbara? Nessuno, perché è stata portata via" sulle rotaie, "con i carri delle Ferrovie".
Quei treni di terra, poi, arrivano a Cavriglia, comune nell’aretino, per realizzare la collina schermo nell’ex cava di lignite dell’Enel dove fin qui, spiega Rfi, sono già stati stesi 76mila metri di materiale. Ecco, prosegue, "ci rendiamo conto del lavoro eccezionale che si è fatto e si sta facendo senza nessun fastidio per la città. Firenze così diventa capitale dell’innovazione e della tecnologia per l’opera architettonica più bella di questi ultimi anni in Italia", aggiunge convinto.
Ma la vera novità arriverà alla fine dei lavori, fissata per il 2028: quando la Foster sarà completata i treni regionali in arrivo nella stazione di Santa Maria Novbella passeranno dai 414 di oggi a 616, e questo dovrebbe andare a risolvere il problema dei numerosi ritardi che si registrano quotidianamente sulle linee ferrate locali. I due scali ferroviari, invece, saranno collegati con il People mover diretto, che partirà dalla stazione del Michelucci con una frequenza continua.
A confermarlo è anche l’ad di Rfi, Giampiero Strisciuglio. "Stiamo realizzando nuove infrastrutture che aumentano in modo significativo la regolarità e la capacità del servizio ferroviario in Toscana. Facciamo quello che si auspica sempre a livello ferroviario: separare i flussi regionali da quelli dell’alta velocità, perché migliora il servizio e libera capacità di trasporto sia a livello regionale sia nazionale. Oggi la domanda di trasporti è crescente e speriamo di poterla soddisfare nel modo migliore possibile".