ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Turismo, Fiorentina e tramvia: il forum della Nazione

Il nostro forum con le istituzioni per aprire il dialogo coi cittadini. Sul tavolo il rischio stop per i cantieri, il futuro viola, il turismo

Luigi Salvadori, Leonardo Bassilichi, Dario Nardella, Francesco Carrassi, Umberto Tombari

Firenze, 27 luglio 2017 - Un forum con i protagonisti della vita pubblica. Un forum, a La Nazione, con i principali rappresentanti delle istituzioni, voluto dal direttore Francesco Carrassi per creare un ponte di dialogo con i cittadini. Per rafforzare lo spirito di squadra di tutti gli attori principali in scena a Firenze per il bene comune: il futuro della città, il benessere dei fiorentini. Al primo forum, cui ne seguiranno molti altri, anche per monitorare il lavoro delle singole istituzioni e renderlo chiaro ai lettori, hanno partecipato il sindaco Dario Nardella, il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori, il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Umberto Tombari e, in collegamento, il presidente dell’Associazione Partners Palazzo Strozzi Leonardo Ferragamo.

TURISMO, il petrolio di Firenze. Un distillato di ricchezza e forza lavoro. Tutto vero. Ma a turismo e commercio non tocca il primato dell’economia cittadina che ha generato, nel 2016, 33 miliardi di Pil. Chi macina più grana, nella Firenze da 14 milioni di turisti l’anno, è il settore dei servizi (dove ci stanno l’immobiliare, i professionisti, il credito e la comunicazione) con un bel 34% della torta della produttività. A seguire, c’è il 22% dell’industria (col comparto manufatturiero in prima linea, l’energia e i rifiuti) e, solo al terzo posto, arriva il turismo che con il commercio e i trasporti totalizza il 21% del Pil cittadino (i dati sono stati elaborati dalla Camera di Commercio nel rapporto Verso #Firenze2030). Più che una sorpresa, una realtà.

I turisti si vedono, invadono, consumano mentre l’industria produce in silenzio, dà lavoro e cresce a un ritmo più significativo del numero dei turisti: +2,9% nell’ultimo trimestre dello scorso anno contro l’1,7% dell’intero 2016. "Siamo la quinta economia urbana del Paese e il nostro manifatturiero vale il 20% del Pil: la produttiva Milano fa il 12%", spiega con orgoglio il presidente fiorentino di Confindustria Luigi Salvadori, convinto che sia arrivato il momento di rialzare la testa e di sventolare la bandiera della qualità. "Il settore manifattutiero aveva perso profitti e reddito rincorrendo i costi: su questo piano nessuno può essere più competitivo dell’Est – batte Salvadori – Ma quando si punta alla qualità, la battaglia è vinta. E il profitto torna a crescere". Eppure in città c’è la corsa all’accaparramento della ricchezza che arriva dai turisti.

"I proprietari di immobili preferiscono affittare, piuttosto che abitare il centro", dice il sindaco Dario Nardella animando il forum de La Nazione. Va così che il cuore della città rischia di perdere l’anima, perché una città è bella certo per i suoi monumenti, per le sue chiese, per le sue opere – e la nostra, in questo, conosce poche rivali al mondo – , ma il fattore residenza è un potente antidoto all’effetto Venezia, un male fatto di cittadini in fuga che trasformano la città in un museo degli spettri, bello d’arte, ma privo del fattore umano. Da qualche anno in centro il dato dei 45mila residenti resta stabile, dice il sindaco. Che dichiara guerra alla rendita passiva. "Affittando gli appartamenti si cerca un ritorno sicuro e veloce – dice Nardella – Detto questo non possiamo lasciare che la città si trasformi in una Disneyland. Anche perché la rendita passiva non produce posti di lavoro, non crea sviluppo e scoraggia la residenza".

"Il fenomeno dev’essere combattuto. Il termine ‘passivo’ andrebbe abolito", entra in scia Salvadori. Ma come? La ricetta di Palazzo Vecchio contro lo spopolamento del centro, oltre alla guerra alla rendita passiva, passa per la riconversione dei contenitori abbandonati che può essere un momento di attrazione di nuova residenza, magari composta da una popolazione più giovane. "Riempire di attività, di molte attività anche diverse fra loro, gli scatoloni vuoti, come sta già succedendo, è una prima risposta importante: potevamo decidere di aprire tanti alberghi, ma non lo abbiamo fatto", si illumina il primo cittadino.

L’elenco dei ‘riempimenti’ dei contenitori dismessi è lungo: da San Firenze (dove è appena stato inaugurato il Centro internazionale per le arti e lo spettacolo Franco Zeffirelli) a Sant’Orsola, solo per citarne alcuni. Ma anche la caserma Cavalli, che diventerà la casa delle start up, acquisita definitivamente martedì scorso dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Contenitori e contenuti. "Ma difendo anche la scelta della ztl notturna a costo di scontentare qualche commerciante – insiste il sindaco Nardella – Non posso costringere gli abitanti del centro a dormire quattro ore a notte per il caos".

Puntare alla qualità. Spinge sul tema anche Leonardo Ferragamo con l’associazione Tuscany Again, nata proprio "per intercettare i turisti di fascia alta". Qualità ma anche destagionalizzazione e ridistribuzione dei flussi per vincere sulla massa. Per allontanare lo spettro dell’effetto Venezia.

LA FIORENTINA - La città e il calcio. I fiorentini e la maglia viola. Un legame che va oltre il mondo del pallone: la Fiorentina è un bene di Firenze. Punto. Per questo il direttore Francesco Carrassi porta l’argomento al tavolo del nostro forum: è giusto chiedere ai Della Valle di andarsene? E’ una delle due domande del sondaggio lanciato da La Nazione alla città, una domanda che viene replicata anche qui. "Ho sentito di recente Diego Della Valle e presto ci incontreremo", risponde il sindaco Dario Nardella. "Ci sono ancora le condizioni per un rapporto rinnovato tra la città e la proprietà, basta che sia chiara e autentica la volontà da parte di tutti a venirsi incontro". Firenze condivide con la Fiorentina una fetta importante del progetto che ridisegna l’intero quadrante a nord-ovest della città, un progetto che il sindaco definisce "ambizioso e difficile".

Entro fine anno la società viola dovrà consegnare le integrazioni al progetto presentato nel marzo scorso per la realizzazione del nuovo stadio e della cittadella viola a Novoli. Un lavoro che sta andando avanti in attesa che arrivi il decreto ministeriale con l’ok allo sviluppo dell’aeroporto di Peretola, l’attesissima valutazione di impatto ambientale che darà il via alle trasformazioni: all’ampliamento del Vespucci si legano infatti il trasferimento della Mercafir da Novoli all’area Unipol, la ridefinizione del Pue di Castello, oltre che, a cascata, anche la costruzione di stadio e cittadella viola. "A questo punto è necessario che la proprietà dica con chiarezza che cosa ha intenzione di fare: qualsiasi decisione venga presa, io sono disposto a dare una mano". Nardella non entra nel merito della campagna acquisti e cessioni, la quesione centrale che riguarda Palazzo Vecchio si lega alla realizzazione delle infrastrutture. "Credo fermamente che ci sia lo spazio per un vero rinnovamento del rapporto tra la proprietà e i tifosi – dice il sindaco – Ho una profonda stima per i Della Valle, sono grandi imprenditori e non posso credere che a loro piaccia perdere una sfida così importante che si lega al destino di un’intera città, con l’ultimo grande piano di riqualificazione". Una società, tiene a sottolineare Nardella, che per quindici anni ha dato lustro alla città e ha fatto raggiungere importanti traguardi alla squadra viola. Ora è tempo di decisioni. Anche Luigi Salvadori spinge sullo stesso tasto. Chiedendo "una maggiore integrazione con la città, che è mancata" e "più chiarezza nella comunicazione".

I CANTIERI. "La sfida non è facile, le imprese devono recuperare il ritardo accumulato. L’importante è fare i lavori. Farli nei tempi previsti è anche meglio". E’ la prima volta che la sicurezza del sindaco Dario Nardella vacilla sulla data di entrata in funzione delle linee 2 e 3 della tramvia, i cui cantieri stanno mettendo a dura prova la tenuta della viabilità di Firenze e soprattutto la pazienza dei fiorentini, come lo stesso primo cittadino ammette: "Una pazienza e una collaborazione che hanno superato ogni mia speranza e aspettativa".

Anche se l’ultimo cronoprogramma, consegnato a Palazzo Vecchio pochi giorni fa, ribadisce che il 14 febbraio 2018 le due linee di tramvia saranno pronte alla prima corsa ufficiale, c’è una minaccia che spinge nuvoloni neri sui cantieri: i soldi. E, stavolta, il Comune non c’entra. La Fincosit, l’azienda incaricata di realizzare i lavori della linea 2, "è in difficoltà con i pagamenti alle ditte subappaltatrici". Conseguenza? "I lavori rischiano lo stop". Non c’è molto da girare intorno alle parole. Qui la colpa è del rapporto tra finanza e impresa, "gli istituti sono troppo rigidi nel concedere il credito". In buona sostanza, mentre si discutono i cavilli con le banche, rischiano di saltare le ditte subappaltatrici. Se questo dovesse accadere sarebbe il buio. Ma il giorno della verità è dietro l’angolo: non ci sarà molto da aspettare. I grandi cantieri per le opere pubbliche, che in questo triennio, sino al 2019, attrarranno su Firenze un miliardo e mezzo di finanziamenti, sono uno dei temi ispiratori del forum che si è svolto a La Nazione, con le istituzioni fiorentine che fanno già squadra per il bene comune: il futuro della nostra città. Come? E’ importante che questi soldi che arrivano, restino sul territorio.

"C’è il rischio che le imprese toscane si limitino a essere subappaltatrici di grandi aziende europee che guidano le danze: ora è il momento giusto per organizzarci", sprona il sindaco. La battaglia è una di quelle che non si possono perdere. "Siamo già passati all’azione e ci stiamo organizzando perché i soldi restino nel territorio", risponde alla provocazione il presidente degli industriali Luigi Salvadori. "Sosterremo le nostre aziende che trovano la forza di consorziarsi per partecipare ai grandi appalti", assicura. E qui, proprio in questo punto, entra in ballo la questione delle gare d’appalto. Del risparmio che va a discapito della qualità.

"E’ necessario abolire le gare al massimo ribasso», interviene il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi. Stop alla corsa a lesinare sul centesimo. "Dobbiamo puntare sulla qualità, che è la forza delle nostre imprese. Le gare al ribasso hanno penalizzato Firenze", concorda Salvadori. È urgente invertire la rotta, perché "solo investendo sulla qualità si riguadagna profitto e si avranno lavori ben fatti e, quindi, duraturi".

"Nella città del bello tutto ciò che è in cantiere deve essere fatto a regola d’arte e nei tempi giusti", le parole degli industriali. Si discute di cantieri pubblici e di privati. E di quel "virtuoso esempio di collaborazione tra cosa pubblica e privata" che avrà un nuovo tassello nel restauro delle rampe sul piazzale Michelangelo e delle vasche del Poggi, che la Fondazione Crf realizzerà in accordo con Palazzo Vecchio. "Siamo orgogliosi di poter restituire ai fiorentini la loro cartolina-simbolo", annuncia il presidente della Fondazione Cassa, Umberto Tombari.

(ha collaborato Elettra Gullè)