Focus su Giovanni Gentile: "Sbagliò a sostenere le azioni di Mussolini"

Giornata di studio, agli Uffizi, per tracciare un bilancio critico sul filosofo. Sangiuliano: "In privato aiutò intellettuali antifascisti e di religione ebraica". .

Focus su Giovanni Gentile: "Sbagliò a sostenere le azioni di Mussolini"

Focus su Giovanni Gentile: "Sbagliò a sostenere le azioni di Mussolini"

"Gentile, seppur nominato ministro della Pubblica istruzione del primo governo Mussolini, cerca di mantenere una coerenza del suo sistema filosofico, attirandosi per questo le avversioni e le antipatie dei fascisti intransigenti. Nell’aprile del 1925

Gentile si fa promotore del Manifesto degli intellettuali fascisti, cui Croce risponde nel maggio successivo con il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Gentile commette l’errore di sostenere l’azione tragica di Mussolini, anche se nel 1929 esce dal Gran Consiglio del fascismo e non ha un ruolo politico di primo piano, mentre in privato si spende per proteggere intellettuali antifascisti e di religione ebraica". È quanto scritto dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in un messaggio di saluto inviato per la giornata di studio ‘Giovanni Gentile e la filosofia europea’, che si è svolta ieri alla biblioteca degli Uffizi di Firenze.

Per Sangiuliano Gentile, con "Benedetto Croce, ha segnato la filosofia italiana ed europea del Novecento". Per Gentile, "accanto all’umanesimo della cultura è necessario promuovere un umanesimo del lavoro - ricorda ancora Sangiuliano - poiché non è solo un fatto salariale ma è una delle più alte espressioni dello spirito umano. Queste riflessioni che ereditiamo da Gentile, sono lezioni utili perché rappresentano tentativi di dare delle risposte a criticità ancora vive nel presente. La nostra società tecnocratica ha infatti provato a estirpare ogni aspetto spirituale dalla quotidianità, di indebolire il legame con l’altro, promuovendo una forma di atomizzazione sociale e prospettando una utopica era post-lavorativa". Secondo il ministro "un progetto politico e culturale che ha risvegliato negli individui, come reazione contraria, una rinnovata urgenza di trascendenza e il desiderio di continuare a essere protagonisti attivi del contesto produttivo, oltre che sociale, culturale e politico".

Una figura controversa anche secondo simone Verde, direttore deglle Gallerie degli Uffizi. "E’stato anche colui che grazie alla sua riforma del 1923 ha formato milioni di italiani, quindi risulta uno dei capisaldi della coscienza culturale del nostro Paese". dice Verde sottolineando "il ruolo cruciale rappresentato da Gentile nel conferire titoli di nobiltà all’arte". Per Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Viesseux, la giornata di studio vuole "tenere nel giusto valore il prestigio che Gentile ebbe. Vi furono donne e uomini significativi per il regime: la Sarfatti per l’arte, e poi Oppo, Gentile per la parte degli ideale sui quali il fascismo costruì la sua immagine esterna. Rimane un grande filosofo che politicamente ha fatto una scelta verso il totalitarismo mussoliniano".