Florence Dance Festival, la grande serata del coreografo Bill T. Jones / FOTO

L'evento nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella

Bill T. Jones, al centro, protagonista della serata (Marco Mori / New Press Photo)

Bill T. Jones, al centro, protagonista della serata (Marco Mori / New Press Photo)

Firenze, 10 luglio 2018 - Per la prima volta a Firenze con la sua compagnia Bill T. Jones, il grande coreografo premiato anche da Obama, ha presentato una serata di danza pura. Comunicando grande emozione. Il Florence Dance Festival ha colto ancora una volta l’opportunità di innovare il proprio ruolo artisticoculturale per Firenze attraverso l’ospitalità del mitica compagnia di danza di Jones, Arnie Zane Company.

La serata si è svolta lunedì 9 luglio nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella. E' stato lui, Bill T. Jones, la storica figura della danza mondiale, ricevente della più alta onorificenza per la cultura degli Stati Uniti da Barak Obama nel 2014, a Firenze per la prima volta, protagonista con le sue meravigliose coreografie e il talentuoso corpo di ballo, con le musiche suonate dal vivo per l’occasione dall’orchestra Armel Opera Octet da Budapest.

Posizionato tra gli spettacoli più gettonati dell’Estate Fiorentino 2018, questo evento unico gode del sostegno e contributo del Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze e dalla Springfield Foundation. Dei coreografi americani emersi nella stagione della protesta e del rifiuto delle convenzioni, è Bill T. Jones, infatti che da sempre si staglia, imponente e importante, per l'ostinata volontà di fare dell'arte un gesto politico.

Di manifestare una presa di coscienza, senza paura di mettere a disagio, di scuotere coscienze, di sollevare temi scomodi e rivelare la perdita dell'innocenza di un paese, di una collettività, celebri in questo senso le diatribe sollevate dai suoi lavori, lo scandalo con le reprimende del Vaticano per Last Supper at Uncle Tom's Cabin o la forte polemica con il NYTimes sulla Victim Art sollevata da un suo lavoro con malati terminali, Still/Here.

Diventato oggi un emblema della cultura dell'inclusività, Bill T.Jones continua a testimoniare con i suoi lavori e i messaggi che sempre vi intesse la complicazione e le possibilità di vivere nel mondo, i diritti delle minoranze, la potenza dell'amore universale. Una sensazione di beatitudine e bellezza, un inno alla vita, com'è il gioioso DMan in the Waters, sull'Ottetto di Mendelssohn, pure nato nei tempi bui dell'AIDS ( e dedicato a Demian Acquaviela, un suo danzatore morto per la malattia nel 1990).

In Story/ del 2013 si fa uso di una serie di movimenti ‘scelti a caso’ sul Quartetto per archi n. 14 (La morte e la fanciulla) di Franz Schubert, creando una conversazione straordinaria tra musica e danza: “Oggi ho sempre più la sensazione che ci sia bisogno di toccare il pubblico anche con qualcosa che dia gioia, che comunichi la bellezza delle relazioni, che insegni ad abbracciare l’altro”, ha dichiarato.

Il pubblico è stato accolto in uno splendido teatro chiostro con una comoda platea/gradinata con 400 posti a sedere, che ha garantito una perfetta visibilità del palcoscenico dotato di un allestimento tecnico d’avanguardia all’altezza della grande occasione culturale fiorentina. Oltre a vedere uno meraviglioso spettacolo, il pubblico ha potuto cenare in modo esclusivo nel Chiostro prima dello spettacolo. 

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