L’auditorium Flog spegne le luci. Da tempio del pop a spazio espositivo

Persa la programmazione da 150 concerti a stagione. Si ipotizza il cambio della destinazione d’uso dell’immobile. Dipendenti in cassa integrazione

Uno dei concerti della Flog nella storica sala del Poggetto

Uno dei concerti della Flog nella storica sala del Poggetto

Firenze, 12 novembre 2021 - Dai Radiohead a Lee Scratch Perry, dagli Afrika Bambaata a James Taylor, Alan Stivell, Ten Yers After, Faoumata e centinaia di altri artisti compresi Brian Auger e Steva Coleman. Tra gli italiani facciamo solo un paio di nomi, Gianna Nannini e Vinicio Capossela: dopo trent’anni chiude, almeno fino al prossimo anno, il tempio della musica world-pop a Firenze, il mitico Auditorium Flog W Live del Poggetto aperto dal febbraio 1991, per volontà di Fabrizio Masieri. Il presidente della Fondazione Officine Galileo, Fabio Ninci ha dichiarato chiaro e tondo a Raffaele Palumbo durante una trasmissione a Controradio, che l’auditorium Flog si fermerà di certo in questa stagione – e tutti stanno riaprendo – e che resterà chiuso per un "annetto". Per prima cosa per "mancanza di risorse, umane e poi anche economiche". E che anzi, stanno valutando il cambio di destinazione d’uso per il locale e adibirlo a spazi espositivi tipo Obihall, per elettronica e mercatini di dischi. Di certo – in base a quanto spiegato alla radio – c’è che in questa stagione la Flog non riaprirà, perdendo tutta la programmazione dell’Auditorium: circa 150 concerti. "Il 31 dicembre – ha detto sempre Ninci – scadrà il mandato di questo Cda e non me la sento di sostenere costi sempre più alti". E poi: "Non voglio dire che non riapriremo mai, ma che non riapriremo adesso". Di fatto, pur senza comunicazione ufficiale, parte dei dipendenti sono in cassa inteagrazione.

Un locale con una storia continuativa di gestione live club e luogo di spettacolo – privato – con pochi uguali in Italia ed in Europa per tradizione e longevità, importanza, quantità e qualità della programmazione in Italia. Fiore all’occhiello la grande rassegna Musica dei Popoli che gode (godeva?) di finanziamento pubblico, ma tutte le altre attività dell’Auditorium si sono sempre rette con le proprie gambe, con i proventi della bigliettazione e del bar. L’Auditorium Flog è stato diretto da Romero (per i primi due anni) ed ha ospitato fino a 130 spettacoli a stagione, arrivando, negli anni di maggior fulgore della musica dal vivo, a oltre 100mila spettatori a stagione. Ora ospitava una ottantina di serate l’anno, con presenze attorno alle 60- 70mila. Sullo palco del Poggetto sono passati gruppi come Negramaro, Modena City Ramblers, Pinguini Tattici Nucleari, Caparezza, Brunori Sas, The Giornalisti, Lindo Ferretti, Marlene Kuntz: spesso un vero e proprio trampolino di lancio grazie a una programmazione ispirata e vicina agli artisti.

Su tutto la genialata della Musica dei Popoli, rassegna nata nel 1979 per 42 anni, con 44 edizioni del festival svolte – in anni più felici l’interesse per l’attività culturale era maggiore: meno di apparenza e più di sostanza – il coraggio degli operatori e degli amministratori maggiore, il budget del festival, in certe annate ha consentito lo svolgimento di ben due edizioni l’anno. Un festival che è stato fondato alla Flog e diretto da Gilberto Giuntini fino al 1992. Poi, quattro edizioni (1993-1996) con Enrico Romero, direttore artistico insieme a Lorenzo Pallini, e lasciato l’incarico, da Leonardo D’Amico, che ha curato Musica dei Popoli fino al 2016, infine ripreso da Romero nell’edizione del 2017. Inutile dire quanti artisti in 44 edizioni siano passati perchè la cifra è spropositata, ma va detto che il Musica dei Popoli è stato il primo a portare a Firenze e in Italia artisti dai cinque i continenti. Cercato più e più volte per chiarimenti, il presidente Ninci non ha risposto al telefono.

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