Firenze, via Torcicoda protesta: meno negozi, sempre più degrado e inciviltà

I commercianti dell'asse portante dell'Isolotto: "La notte soprattutto è in mano a balordi". La Rosa (Associazione Isolotto vivo): "Lo denunciamo da tempo”

Sara Bini (Pappa e Ciccia), Samuele La Rosa (Isolotto vivo) e il residente Fabio Marceddu

Sara Bini (Pappa e Ciccia), Samuele La Rosa (Isolotto vivo) e il residente Fabio Marceddu

Firenze, 17 aprile 2024 - Via Torcicoda, l’asse portante dell’Isolotto, abbandonata e in balia del degrado, soprattutto nelle ore notturne. Lo denunciano i sempre meno commercianti che chiudono il bandone nelle ore più tarde della sera. I punti peggiori le due estremità della lunga arteria, dove il tessuto commerciale si sta facendo negli anni sempre più lasso ed è più distante dal cuore pulsante della piazza.

“Stanno chiudendo tanti negozi qui intorno – spiegano amareggiate Sara e Simona Bini, della pizzeria Pappa e Ciccia sotto i portici all’angolo con via Sernesi, nella parte più a ovest di via Torcicoda – Già si viene fuori dal Covid, durante il quale abbiamo preso una mazzata tutti; poi ci sono stati aumenti enormi per i commercianti di vicinato, che li accusano molto di più delle grandi catene. Gli affitti in particolare sono carissimi. In più la strada viene lasciata morire e c’è pochissimo presidio. Si riempie di personaggi pericolosi dalla sera alle luci dell’alba: arrivano drogati, si trascinano dentro la bottega, bussano insistentemente anche mentre siamo chiusi, molestano, vogliono le birre. Alle 5 la mattina quando siamo a fare l'impasto, ma non ancora aperti, diciamo di no e si arrabbiano, abbiamo paura anche perché a volte siamo due donne sole dentro”.

“Il portico qui davanti è privato di pubblico passaggio, se vogliamo mettere i tavolini dobbiamo pagare – considerano le pizzaiole – ma se il Comune ne rivendica giustamente oneri, perché non pensa anche a presidiare e pulire tutto lo sporco che troviamo ogni mattina quando arriviamo? Urina, escrementi, bottiglie rotte eccetera, segno inequivocabile di bivacchi notturni. Li dobbiamo pulire noi. E anche di giorno capitano fatti spiacevoli. Qualche tempo fa hanno arrestato una persona, qui. Era uno straniero che si era infilato dentro e si era messo a un tavolo, fingendosi un cliente, noi non sospettavamo di niente. Poco dopo è entrata una pattuglia e lo ha porta via, abbiamo poi scoperto che era un ladro che aveva rubato al Penny e cercava di depistarli”. “Noi abbiamo le telecamere e lasciamo le luci accese tutta la notte, qualcosa fa per limitarli – aggiungono –. Ma un’attività più interna, qui dietro, ha già subito due rapine negli anni. La sera qui non stai più aperto, siamo nati in questi quartieri popolari e siamo abituati a scene e personaggi sopra le righe. L’Isolotto è sempre stato un po’ confusionario, ma ora è diverso, non conosci la faccia, non sai più chi sono, non trovi i genitori con cui andare a recriminare… non sono più marachelle di ragazzi”. Nocciolo del problema il sottobosco di marginalità che esonda dal parco delle Cascine sulla sponda opposta dell’Arno, interviene Samuele La Rosa, presidente dell’associazione Isolotto vivo, impegnato nel denunciare il degrado che si sta insediando nel rione: “Stanno spingendo di qua i balordi, persone che non hanno niente da perdere – dice Samuele insieme a Sara e Simona – Hanno fatto la ruota panoramica a piazzale Vittorio Veneto, illuminato a giorno e certo hanno fatto bene; ma il problema è da risolvere alla base, perché così lo hanno solo spostato: questa gente la sera traversa la Passerella e viene verso l’Isolotto. La Montagnola, sulla sponda opposta della via, è diventata ormai un campeggio di stranieri che vivono di sotterfugi che compiono nelle strade limitrofe. Non vogliamo diventare le nuove Cascine – sottolinea La Rosa – è necessario intervenire subito con misure stringenti”.

Un’incuria e una mancanza di controllo generalizzata che si vede a partire dalle piccole cose, fa notare Marco Luca dell’omonimo ristorante bar gastronomia, poco più a monte: “Più che altro parlerei di inciviltà dilagante, parcheggiano sui marciapiedi, sui posti invalidi, davanti ai bidoni, ci dovrebbe essere una pattuglia fissa in zona per presidiare e scoraggiare il senso di impunità e l’inciviltà, che poi fa da apripista anche per altro. Si vedono brutte facce che prima non c’erano, fanno tardi facendo confusione. A me non hanno mai dato noia, ma ad alcuni negozi qui intorno hanno sfondato il bandone in tempi recenti. Non c'è controllo”. Non un solo fatto di via Torcicoda, ma in generale di tutto l’Isolotto, precisa il ristoratore: “Quattro giorni fa hanno rubato dei computer a una scuola qui vicino, mentre settimane fa ho rincorso un ragazzo, italiano, che usciva dall' Oviesse con diversi vestiti trafugati nello zaino”.

Carlo Casini  

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