BAGNO A RIPOLI
Lo scudetto del Napoli si celebra anche a scuola a Bagno a Ripoli dove tra banchi e cattedre c’è un nutrito gruppo di tifosi, per lo più di origini partenopee. Ed ecco che all’indomani della vittoria aritmetica dello scudetto numero 3, finalmente si possono tirare fuori bandiere e gagliardetti dalle scatole dove erano nascosti da troppo tempo e festeggiare, seppur nella sordina richiesta da una realtà scolastica e a prevalenza viola, un successo atteso da 33 anni.
Entrambe le dirigenti scolastiche degli istituti comprensivi di Bagno a Ripoli hanno origini campane: sia la preside del Teresa Mattei Amalia Bergamasco che Maria Luisa Rainaldi che dirige il Caponnetto da anni vivono in terra ripolese e rivestono questo fondamentale e delicato ruolo. Al cuore non si comanda, alla fede calcistica nemmeno e la preside Rainaldi ha colto l’occasione di un ritorno a Napoli per festeggiare il successo calcistico. Nella scuola media Redi di Ponte a Niccheri è stata affissa per qualche ora una bandiera da alcuni lavoratori, ma la notizia rimbalzata sull’arena senza pietà dei social non è stata apprezzata: la gioia voluta condividere con gli studenti e colleghi, che diventano una famiglia allargata per chi vive per lavoro lontano dalla sua terra, è diventata l’ennesimo motivo di critiche anche aspre e decisamente sproporzionate. Sotto l’immagine dei due dipendenti sorridenti, "rei" di tenere in mano una bandiera col simbolo del Napoli, sono arrivati commenti personali anche pesanti.
Nessuna forma di razzismo tra capoluoghi e tifoserie diverse, sia chiaro: sono critiche per una gioia calcistica giudicata fuoriluogo. Eppure poteva essere il modo per stemperare gli animi, a pochi giorni dallo sciopero del 10 maggio che chiuderà tutte le scuole della Caponnetto per la carenza cronica e annosa di custodi emersa in maniera prepotente dopo la fuga di due bimbi di 7 anni dalla scuola Marconi di Grassina. Ma si sa, sui social tra la leggerezza e l’astio spesso il confine è davvero sottile.
Manuela Plastina