LISA CIARDI
Cronaca

Fare il pediatra? Un incubo al tempo del Covid. "Sistema in crisi, regole da semplificare"

L’allarme del dottor Flori, segretario regionale della categoria: "Fra scuole e sport, la gestione dei piccoli sta diventando impossibile"

I pediatri sono in difficoltà con la gestione dei piccoli pazienti al tempo del Covid

Firenze, 29 gennaio 2022 - "Stiamo vivendo giornate da incubo. Occorre mettere mano con urgenza alle regole, uniformarle e semplificarle, perché la gestione del Covid sta diventando impossibile". A lanciare un grido d’allarme è il dottor Valdo Flori, segretario regionale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri.

Dottore partiamo dalla vostra situazione: qual è la giornata tipo di un pediatra?

"Ripeto, è un incubo. Riceviamo centinaia di telefonate, messaggi, whatsapp, email, tutti a tema Covid. Dato che rispondere subito è impossibile, spesso i pazienti ci scrivono su più canali. Un collega l’altro giorno mi ha raccontato di aver risposto a 130 telefonate, a un’infinità di messaggi: poi la sera, a casa, è stato raggiunto da un sms di un anche un po’ arrabbiato che gli scriveva ‘dottore è tutto il giorno che la chiamo, perché non risponde?’. In questo caos dovremmo portare avanti anche le vaccinazioni (Covid e non), i tamponi, i controlli e tutta l’attività ordinaria…".

Da cosa nasce questa situazione?

"Le norme sono troppe e contraddittorie, tutto il sistema è in crisi e le persone cercano ascolto dove lo trovano. Siamo diventati un call center. Ci viene chiesto di tutto, soprattutto a proposito di Dad, rientri in classe e assenze. Tutti aspetti che competerebbero ad altri. Anche per la quarantena, la Asl non manda più alcun atto formale e le persone non sanno come iniziarla, cosa fare. Quindi ci chiamano. Noi siamo disponibili, ci mancherebbe, ma la situazione sta diventando ingestibile".

Soluzioni?

"La prima urgenza è uniformare la normativa scolastica. Ogni Asl, per non dire ogni scuola, la interpreta a modo suo. Ci troviamo spesso a dare ai genitori indicazioni che poi gli istituti non accettano. Inoltre, la legge prevede procedure diverse fra la scuola e il mondo esterno, oltre che fra un ordine e l’altro di scuola. Occorre uniformare ed eliminare le interpretazioni arbitrarie, tagliando il carico burocratico che sta mandando in tilt il sistema. Su questo devo dire che la Regione ha avviato un lavoro importante con le Faq, un sistema di domande e risposte che stiamo elaborando insieme e che speriamo serva a fare chiarezza e a uscire dal sistema delle circolari. Un altro aspetto da affrontare è quello delle società sportive".

Quali problemi avete?

"È uscita una circolare ministeriale che prevede di aggiornare il certificato di idoneità e fare vari alcuni esami per chi fa attività agonistica e ha avuto il Covid. Il problema è che tutte le società non agonistiche hanno iniziato a richiedere certificati aggiuntivi di idoneità per chi è stato contagiato. Se spieghiamo che non serve ci chiedono di metterlo per iscritto. È un aggravio senza senso: vi immaginate se per ogni influenza si dovesse rifare il certificato per l’attività sportiva? Auspichiamo che le società applichino le norme solo alle attività previste e non le generalizzino".