PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Campi nel Consorzio della Piana. Sul tavolo anche il fascicolo Gkn

Arriva un altro sì al piano di sviluppo industriale in attesa della decisione della Città Metropolitana

Arriva un altro sì al piano di sviluppo industriale in attesa della decisione della Città Metropolitana

Arriva un altro sì al piano di sviluppo industriale in attesa della decisione della Città Metropolitana

Prima il passaggio nelle commissioni consiliari, quindi il dibattito in consiglio comunale, che ieri pomeriggio ha dato il via libera all’adesione del Comune di Campi al Consorzio di sviluppo industriale della Piana fiorentina. Così, dopo il sì dei Comuni di Sesto e Calenzano, si attende ora la decisione della Città metropolitana che si pronuncerà a metà luglio.

E dare in questo modo le gambe, come ribadito dal sindaco Andrea Tagliaferri (in foto) alla legge promossa dalla Regione lo scorso gennaio. A metà agosto, invece, ipotizzata la prima assemblea dei soci. Per quanta riguarda Campi è stato stabilito di prevedere in bilancio le somme necessarie per il versamento iniziale al fondo di dotazione (4.000 euro, pari all’8% del valore complessivo di 50.000 euro) e per i contributi annuali (12.656 euro il primo anno, pari all’8% del valore corrente complessivo calcolato in proporzione ai mesi residui del 2025 ipotizzati dalla data di efficacia dell’atto costitutivo e 25.312 euro i successivi anni, pari all’8% del valore corrente complessivo calcolato sulle dodici mensilità, per un importo complessivo di 316.400 euro).

Primo banco di prova di cui dovrà occuparsi il Consorzio quello della ex Gkn, i cui lavoratori sono stati i primi a lanciare la proposta, proprio per arrivare a una reindustrializzazone del sito partendo dal basso. Ma con la speranza, come ha detto Tagliaferri, che "questa possa essere una risposta efficace alle varie sofferenze del tessuto produttivo presenti sul territorio. Quel che è certo è che si è concluso il procedimento amministrativo per la sua costituzione, adesso possiamo iniziare a lavorare sull’unica proposta di ‘ripartenza’, quella presentata dagli operai. Il rammarico è che dopo quattro anni siamo ancora a mettere al centro della discussione pubblica il sito industriale e la legittimità o meno del presidio permanente, mentre nessuno parla oppure offre una soluzione alle tante persone licenziate e a un’area di 40.000 metri quadrati tuttora ferma".

Un punto di partenza e non di arrivo, questo il fil rouge che ha legato il dibattito, "una vittoria della politica" per la maggioranza, pur con la necessità, secondo il centrodestra, che adesso "ci sia maggiore concretezza".