di Rossella Conte
FIRENZE
Un territorio di passaggio e di confine, incrocio di comunità e comuni diversi: Firenze, Scandicci, Bagno a Ripoli e Impruneta. Territorio di due fiumi: l’Ema e la Greve. Una storia importante quella del Galluzzo, il fazzoletto di case e botteghe che amministrativamente si trova nel Quartiere 3.
"Siamo una bella comunità, gli abitanti e i commercianti lo dimostrano tutti i giorni, soprattutto in un momento difficile come questo" spiega Serena Perini, presidente del Q3. "Sia durante il primo lockdown che adesso, i commercianti e i ragazzi dell’associazione La Scatola si sono organizzati per consegnare la spesa gratuitamente a chi è in difficoltà o ha problemi a muoversi – riprende -. Non solo: per far fronte all’emergenza, tante associazioni hanno iniziato a collaborare e ora, insieme, stanno per attivare servizi nuovi, come il centro ascolto".
Buona parte della vita sociale del Galluzzo, che si estende ai piedi della bellissima Certosa, almeno prima del Covid, aveva il suo cuore alla Casa del Popolo. "Per via dell’emergenza sanitaria le attività sono ferme – prosegue Grazia Mattioli, coordinatrice del Gruppo Portaperta -, purtroppo. Ma ci stiamo dando da fare comunque con la raccolta di generi alimentari".
Durante il primo lockdown, erano 35 le famiglie adottate dal Circolo, ora 25. Ogni lunedì mattina, chi ha porta, chi non ha prende. Lo scambio, in fasce orarie diverse, avviene proprio lì dove prima dell’emergenza venivano organizzate lezioni di teatro, tornei di carte eccetera... "Noi da più di venti anni – sottolinea Mattioli – organizziamo corsi di italiano per stranieri e doposcuola, siamo tutti volontari e quello che facciamo, lo facciamo il cuore". Veronica Polimeni gestisce il bar ristorante Amici del Circolo Casa del Popolo:
"Nasciamo come spazio di relazione e socializzazione. Purtroppo siamo stati costretti a spegnere tutto. Il ristorante è aperto solo con l’asporto. Alle persone manca la vita del circolo, tanti ci vengono a chiedere quando riapriremo e quando ricominceremo con le nostre iniziative", racconta.
"Questo quartiere è cambiato tanto" scuote la testa Marcello Bianchi. Lui, oltre ad essere residente da più di 30 anni, lavora con i ragazzi. "Tante botteghe hanno chiuso – aggiunge - e lo stesso tessuto sociale non è più lo stesso: un tempo chi viveva, lavorava anche nelle nostre strade. Ora tanti sono di passaggio, dormono e basta. Si sta bene al Galluzzo, sia chiaro, ma forse si dovrebbe pensare a qualche spazio di socializzazione in più per i giovani. Lo stesso parco è bellissimo ma dopo una certa ora muore, da un pezzo stiamo aspettando che arrivi un chiosco e dei servizi pubblici aperti tutto l’anno".
A mettercela tutta per tenere in vita il paese che amano, ci sono i commercianti. Sono 55 le attività riunite nel centro commerciale naturale del Galluzzo. "Non molliamo nonostante le difficoltà – conclude la presidente del ccn Chiara Zecchi -. Questo anno siamo riusciti anche ad accendere le luminarie, proprio per dare un segnale di speranza. Tra l’altro, ci siamo attivati, già dalla prima ondata, con i volontari dell’associazione La Scatola per organizzare il servizio di consegna a domicilio per le persone in difficoltà".
"Da allora – conclude – non ci siamo mai fermati".