REDAZIONE FIRENZE

Fair Play Menarini, le stelle dello sport a Palazzo Vecchio

Diaz, Ganeshamoorthy, Zorzi, Antropova, Razzoli, Borja Valero, Zanetti: ecco cosa hanno detto

Fabrizio Donato, Andy Diaz e Rigivan Ganeshamoorthy al Premio Fair Play Menarini (Foto Jacopo Canè/Germogli)

Fabrizio Donato, Andy Diaz e Rigivan Ganeshamoorthy al Premio Fair Play Menarini (Foto Jacopo Canè/Germogli)

Firenze, 30 novembre 2024 – Le riflessioni e gli aneddoti delle leggende dello sport, modelli di correttezza e lealtà racontanti a Firenze grazie all’appuntamento con 'I campioni si raccontano' a Palazzo Vecchio, nell'ambito del Premio Fair Play Menarini.

Al talk show il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, rappresentato da Silvia Salis, vicepresidente vicario del Coni ed ex campionessa di lancio del martello, disciplina in cui ha vinto dieci titoli italiani. Dall'atletica arriva anche la storia di Andy Diaz, campione di salto triplo che ha centrato ai Giochi di Parigi 2024 la prima medaglia olimpica con i colori azzurri, e del suo allenatore e amico Fabrizio Donato, bronzo nel salto triplo alle Olimpiadi di Londra 2012. La carrellata di stelle continua con Rigivan Ganeshamoorthy, oro nel lancio del disco agli ultimi Giochi Paralimpici di Parigi, mentre per lo sci alpino era presente Giuliano Razzoli, oro nello slalom speciale alle Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010. Per il calcio una leggenda come Javier Zanetti, indimenticabile capitano dell'Inter e della Nazionale argentina e ora vicepresidente dell'Inter. Ha risposto all'appello del Fair Play Menarini anche Borja Valero, centrocampista spagnolo diventato una bandiera della Fiorentina. Per la pallavolo un nome storico come Andrea Zorzi, due volte campione del mondo con l'Italvolley e Ekaterina Antropova, oro olimpico ai Giochi di Parigi 2024. Infine, i racconti del narratore di emozioni Federico Buffa, in grado di rendere unico l'appuntamento.

(Foto Jacopo Canè/Germogli)

L’evento, realizzato in partnership con Sky Tg24, è stato presentato da Rachele Sangiuliano, ex campionessa di pallavolo e conduttrice di Sky Sport, Omar Schillaci e Michele Cagiano, vicedirettori di Sky Tg24, insieme ad Alessandro Acton, giornalista e conduttore di Sky Sport.

"Ci auguriamo che questa nuova edizione del talk show possa ispirare tutti, soprattutto i più giovani", hanno detto Valeria Speroni Cardi e Filippo Paganelli, membri del Board della Fondazione Fair Play Menarini, riferendosi ai principi ed agli obiettivi che l'iniziativa intende avere, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Presente anche la sindaca di Firenze Sara Funaro: "Lealtà, correttezza e gioco di squadra - ha detto - sono alla base del successo. Nella politica ci sono momenti in cui si riesce ad interloquire con dialettica e fair play adeguati e dei momenti dove i toni si alzano e si scade, dove la dialettica del fair play è veramente lontanissima".

"Sicuramente a luglio nessuno avrebbe pensato" all'importanza della partita tra Fiorentina e Inter "in questo periodo; però la Fiorentina si è guadagnata sul campo il diritto di essere lì, sta giocando molto bene", ha detto Borja Valero, centrocampista spagnolo diventato una bandiera della Fiorentina.

"Mi sono innamorato dell'Inter dal primo giorno in cui sono arrivato ad Appiano Gentile. In quel momento li' mi sono accorto che ero passato da una piccola squadra all'Inter, che mi era cambiata la vita" ha raccontato il vicepresidente dell'Inter, Javier Zanetti, intervistato da Federico Buffa Omar Schillaci. "I primi momenti a Milano sono stati duri - ha ammesso - ho avuto la possibilità di andare via. Ma volevo lasciare il segno all'Inter, che è la mia famiglia e che ha quei valori che per me sono fondamentali". "Mio padre faceva il muratore, mia mamma la casalinga - ha continuato l'argentino - Non ci mancava nulla ma ci vedevamo solo per cena. Giocavo nell'Indipendiente fino a quando non arriò' l'allenatore che mi disse che non avevo il fisico per giocare a calcio. Allora cominciai a lavorare con mio padre che però mi incoraggiò ad andare a fare un altro provino, a tentare un'altra possibilità. Quelle parole sono state la svolta della mia vita. La cosa più importante è il rispetto che ho sempre avuto da parte di tutti. Io l'ho avuto per tutti gli altri, ma credo che il mondo dello sport sia molto complicato ed avere il rispetto da figure come Paolo Maldini per me è molto importante". La possibilità sfumata di vestire la maglia del Real Madrid? "Ho detto no per amore dell'Inter".

"Egonu? L'anno scorso mettevo poca attenzione alle notizie, ho preferito isolarmi da tutto. Sono felice di averlo fatto, ho iniziato il lavoro con la mental coach e sono arrivata a vincere la finale dei Giochi di Parigi. Paola è una giocatrice incredibile e in campo fa delle cose che rimani stupita, ho tanta ammirazione per lei e per come ha affrontato le Olimpiadi", ha detto invece Ekaterina Antropova. "Il momento più emozionante ai Giochi di Parigi? L'emozione più grande dopo aver vinto quarti di finale e aver sentito di non capire l'emozione che stessi provando – ha proseguito Antropova - Ora si è alzata l'asticella nello spettro delle emozioni. Io ancora non ho realizzato cosa abbiamo fatto. Si sentiva la pressione, le aspettative dopo aver vinto la Nations League, sentivamo tanta responsabilità ma siamo state brave anche grazie al lavoro di Velasco".

"A me non piace tanto raccontarmi anche perché la mia storia la conoscono tutti, non ho niente da aggiornare, tutto è rimasto come a Parigi. La mia fortuna è aver avuto le persone giuste vicino che mi hanno aperto la testa per pensare allo sport sennò rimani sulla sedia e rifletti solo sul male ed il brutto della vita. Sono stato molto fortunato perché ho visto un'altra vita che si è aperta davanti a me", le parole di Rigivan Ganeshamoorthy, rivelazione dell'atletica paralimpica, che pochi mesi fa a Parigi ha vinto l'oro nel lancio del disco, migliorando per tre volte consecutive il record del mondo. "I primi tempi dopo l'incidente sono stati difficili per tutti perché ero depresso, pensi perché è successo a me, perché tutto questo - ha raccontato - Poi capisce il senso della vita, le cose che vivi ed anche fare la fisioterapia ti fa dire: 'Sono ancora in vita, posso parlare, mangiare', ci sono altre persone che non arrivano a questo e sono fiero di quel che ho fatto. All'inizio non pensavo di farcela a fare lo sport che faccio, poi ci ho provato e sono stato fiero".

"Il mio obiettivo per il 2025 è vincere: i miei principali rivali sono sempre gli stessi, il mio obiettivo sarà battere loro, battere il record mondiale” le parole di Andy Diaz, bronzo olimpico a Parigi nel salto triplo. “Ho fatto il record italiano l'anno scorso, 17,75 - ha ricordato - quest'anno potevo fare di più, ma ho preso il bronzo olimpico. Ero emozionato soprattutto perché era la mia prima volta con la maglia azzurra, la mia rinascita nello sport ad alto livello, e raggiungere questo obiettivo era il minimo che potevo fare per l'Italia e per tutte le persone che mi hanno aiutato nel mio percorso”. Insieme a Diaz, protagonista del talk è stato anche Fabrizio Donato, allenatore di Diaz ed egli stesso bronzo olimpico a Londra 2012 nel triplo. “È il mio migliore amico in Italia - ha detto il saltatore - è il mio mentore, il mio nutrizionista, il mio allenatore, il mio massaggiatore, lui fa tutto praticamente, nella mia vita lui è sempre presente. Raggiungere questa medaglia come ha fatto lui nel 2012 è stata una cosa meravigliosa: il 9 agosto è una giornata che nessuno di noi due dimenticherà mai”.

"Mi fa piacere parlare coi giovani, anche perché penso che sia fondamentale per noi sportivi provare a rinnovare un po' l'idea di quali siano i valori che lo sport riesce a implementare. C'è una retorica un po' banale, a volte, nell'idea che lo sport sia a prescindere un modello di vita, cosa che io non penso sia vera. Lo sport è sicuramente utile per certi aspetti, ma in questo mondo così polarizzato può diventare anche un problema. Quindi ripensare per bene a quali siano i valori che cui siamo portatori è il nostro obbligo da ex sportivi" le parole dell'ex pallavolista Andrea Zorzi. "La pallavolo è uno sport ad altissima interdipendenza – ha aggiunto - nel senso che per regolamento devi passare la palla ai tuoi compagni: in tutti gli sport di squadra si passa la palla, ma noi siamo obbligati a farlo, e questo rende la pallavolo uno sport ad altissima interdipendenza, il che significa che lì si vince solo se sei disposto a collaborare. Questo non significa essere amici in senso stretto, significa sapere che la qualità del gioco dipende da questa capacità di essere una parte di un processo più grande".

Infine l'ex sciatore azzurro Giuliano Razzoli, oro olimpico a Vancouver 2010. "Quanto mi manca lo sci? In estate mentre io ero a casa abbastanza tranquillo e i miei colleghi erano in ghiacciaio a svegliarsi alle 4 della mattina, lasciare non mi mancava. Ma in realtà da quando sono iniziate le gare adesso ovviamente un po' di malinconia c'è, perché l'emozione che dà la competizione è unica e irripetibile. Io ho lasciato con serenità e consapevolezza di aver fatto il massimo delle mie possibilità. Mi auguro che ci siano altri atleti che continuino a farci emozionare da casa o dagli spalti di una gara di Coppa del Mondo". Parlando infine delle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, "un po' di rammarico c'è per il fatto di non poter essere là al cancelletto a rappresentare l'Italia, nuovamente, in Italia, ma c'è anche la bellezza di poter sfruttare un evento del genere per promuovere lo sport che in Italia, è vero, sta crescendo, ma credo non abbastanza. Un evento del genere è una possibilità incredibile per far innamorare tante persone dello sport".