Faentina Fine pena mai . Nuovo stop alla circolazione

Dopo la riapertura della ferrovia non si accennano a fermare i disagi per i pendolari. I sindaci mugellani: "E’il caos, mancano informazioni e mezzi sostitutivi".

Faentina Fine pena mai . Nuovo stop alla circolazione

Faentina Fine pena mai . Nuovo stop alla circolazione

Ormai viaggia il caos, sulla ferrovia Faentina. Tanto che quattro sindaci attraversati dalla linea, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella e Faenza, hanno stilato una durissima nota, che dà voce all’esasperazione dei pendolari. E’ accaduto quel che si temeva. Il tratto tra Marradi è FaEnza è stato riaperto il 27 dicembre scorso, con un sofisticato sistema di controllo dei movimenti franosi circostanti. Alle prime piogge, con allerta meteo arancione in Emilia Romagna, i treni sono stati subito bloccati. E’ accaduto sabato e domenica e si era detto che lunedì si ripartiva. Ma ieri, improvvisa, nuova allerta e nuovo stop. I quattro sindaci, si legge nella nota, "si rendono conto delle difficoltà create da una situazione ancora critica, che richiede - in attesa dei lavori di definitiva messa in sicurezza della zona franosa - di essere costantemente monitorata, e della possibilità che da un momento all’altro la circolazione ferroviaria possa venire sospesa. Proprio l’eccezionalità del quadro, però, avrebbe dovuto suggerire ai soggetti decisionali – Rfi, Trenitalia, Regione Toscana – di organizzare non solo una tempestiva, chiara, ed efficiente catena di comunicazione dei provvedimenti che via via si fossero resi necessari, ma soprattutto, come previsto dagli accordi con i Comuni, un’immediata predisposizione dei mezzi sostitutivi dei treni, essenziale per non trasformare la precarietà del trasporto in un perenne stato di emergenza, a danno dei cittadini-utenti." Ma la situazione si è rivelata drammatica: "La sospensione dei treni – denunciano i sindaci di Marradi, Borgo San Lorenzo, Faenza e Brisighella - è stata comunicata solo a ridosso del blocco, con dettagli reperibili per lo più attraverso canali informali (tam tam fra cittadini, gruppi social), ma il vero disastro è stato registrato sul fronte dei mezzi alternativi, a causa di bus insufficienti per numero, in partenza - spesso in fermate diverse dalle stazioni - con orari sfalsati rispetto a quelli dei treni soppressi, col risultato che molte persone sono state lasciate a terra".

Disagi enormi insomma, con pendolari – ieri è ripresa anche l’attività scolastica- infuriati e increduli, rimasti per ore a piedi. Per questo i Comuni si fanno sentire, anche per il timore che "data la stagione, disagi del genere diventino la norma". E chiedono "l’immediata revisione dell’organizzazione del monitoraggio, dell’allerta e della trasmissione delle informazioni ai territori, con la predisposizione di canali e strumenti più adatti (anche tramite app) all’eccezionalità della situazione; e la tempestiva offerta di una mobilità alternativa davvero rispondente alle necessità degli utenti." Senza dimenticare un’ultima richiesta, altrettanto importante: "un definitivo cronoprogramma dei lavori di ripristino delle aree ancora a rischio geologico, e la loro rapida e completa esecuzione".

Paolo Guidotti