Ex Gkn, aperto un nuovo fronte: "Al Viminale per la sicurezza". Sindacati e operai furibondi

Il liquidatore Gianluca Franchi avverte: "Nessun confronto finché non sarà ripristinata la legalità". Fiom: "Dall’azienda l’ennesima provocazione. Il ministro Urso richiami Qf al rispetto dei tavoli".

Ex Gkn, aperto un nuovo fronte: "Al Viminale per la sicurezza". Sindacati e operai furibondi

Ex Gkn, aperto un nuovo fronte: "Al Viminale per la sicurezza". Sindacati e operai furibondi

"Legalità". E’ questo il refrain della vertenza ex Gkn di Campi, ora Qf in liquidazione. Senza legalità il liquidatore Gianluca Franchi fa sapere di non sedersi al tavolo ministeriale programmato per martedì 26 marzo (al quale si sarebbe presentato anche il ministro del Mimit, Adolfo Urso). E, anzi, il liquidatore rilancia chiedendo un tavolo per la sicurezza al Viminale.

Dopo la giornata a nervi tesi di giovedì scorso in fabbrica - fra il personale incaricato dall’azienda di visitare il sito produttivo e i lavoratori del Collettivo di fabbrica, al termine della quale lo stesso Franchi aveva parlato di "schiaffi, sputi e bottigliate agli uomini che avrebbero dovuto entrare in servizio per la vigilanza notturna nello stabilimento", minacciando denunce - ieri lo stesso uomo, indicato dal proprietario Francesco Borgomeo di occuparsi della liquidazione dell’impresa, ha deciso di scrivere a tutti i soggetti coinvolti nella vertenza comunicando la sua indisponibilità ad alcun confronto finché non sarà "ripristinata la legalità nello stabilimento". E ha allegato la richiesta per convocare un tavolo al ministero dell’Interno "visto l’immobilismo della prefettura di Firenze e i fatti gravi, ivi inclusi rave party". Un atteggiamento che ha fatto infuriare i sindacati ed è stato bollato come "fascismo" dal Collettivo di fabbrica. In particolare, secondo la Fiom è l’ennesimo pretesto per non attivarsi nel cercare soluzioni concrete per il sito e per i lavoratori. "E’ un comportamento inaccettabile nei confronti di lavoratori senza stipendio da tre mesi. Qf sta seguendo un percorso che niente ha a che fare con il rispetto della sentenza del Tribunale di Firenze che prevede l’applicazione della Legge 234/2021. Per noi quella del 26 marzo resta la data del tavolo al Mimit a cui tutti i soggetti convocati sono tenuti a presentarsi. Chiediamo al ministro Urso di richiamare Qf al rispetto delle convocazioni istituzionali e dei doveri costituzionali. Riteniamo grave che un’azienda privata in attività chieda l’intervento di un tavolo per l’ordine pubblico" si legge nella nota a firma Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze. Ancora più dura l’Usb: "Pronti a contrastare con fermezza, anche fisicamente, ogni tentativo di mettere in discussione il presidio permanente dei lavoratori che si erge a difesa dello stabilimento" recita la nota congiunta di Sasha Colautti dell’esecutivo nazionale Usb e da Simone Selmi e Mario Carluccio, rispettivamente degli esecutivi di Toscana e Firenze.

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