PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Il musicista di Jovanotti: "In coma ho visto l’aldilà. Per i medici è stata un’esperienza pre-morte"

Il mugellano Giampaolo Pape Gurioli: "C’era una mano che mi tirava". Il racconto: "Ho incontrato i miei genitori e ho sentito la voce di mia figlia"

Giampaolo Pape Gurioli

Giampaolo Pape Gurioli

Firenze, 10 novembre 2023 – “Ho fatto un viaggio ai confini della morte": Giampaolo Pape Gurioli, 63 anni, noto musicista, originario di Marradi, ora sta meglio, dopo quasi un anno trascorso tra reparti di rianimazione, sale operatorie e centri di riabilitazione.

E racconta di un’esperienza particolarissima, da lui vissuta mentre era in coma. "Un’esperienza di pre-morte – spiega seduto ora a un tavolo nell’abitazione della figlia nelle campagne di Vicchio – Medici e psicologi mi hanno incontrato sei volte per studiare ciò che ho visto e sentito mentre ero in coma. Mi hanno spiegato che può trattarsi di un fenomeno che in medicina chiamano Nde, "Near death experience", provato da persone che hanno ripreso le funzioni vitali dopo essere stati vicini al decesso, oppure da persone entrate in coma e che poi ne sono uscite".

Il musicista marradese – che in carriera è stato per otto anni tastierista di Jovanotti, ha collaborato con Laura Pausini, Giorgia, Lunapop ed è stato co-arrangiatore al Pavarotti & Friends - racconta cosa gli è accaduto durante il coma: "Mi sono ritrovato ad entrare come in una grotta. Non vedevo il cielo, non vedevo la terra, tutto grigio intorno a me".

Gurioli continua: "Qui, nella grotta, tra le rocce, ho visto mia madre, mio padre e mio zio. Avevano l’età di quando sono morti. E discutevano tra loro, non mi hanno neppure guardato. Ricordo di aver sfiorato l’abito di mio zio, ma non ho aperto bocca. Ecco poi venir verso di me una donna, bellissima, capelli mossi, lunghi e portava un cappello di feltro, color marrone. Mi ha chiamato a sé, quasi a sedurmi, in modo tranquillo e ci siamo messi a chiacchierare. Ma non ricordo cosa ci siamo detti. Improvvisamente però mi ha preso un braccio, con forza, e ha cominciato a tirare, a tirare. Io al braccio sentivo male, come se avesse degli artigli. E mi diceva, "Vieni, vieni. Seguimi", e tirava ancora. Io ho resistito, ho cominciato a strattonare per divincolarmi. E a quel punto, in modo flebile, ho udito una vocina, di una bambina piccola, quella di mia figlia Arianna, che diceva: ’Babbo, io vengo sempre a trovarti’. Arianna l’ho soltanto sentita, non l’ho vista, ma ricordo un mio strattone più forte che mi ha fatto liberare dalla stretta di quella donna col cappello, e sono schizzato via, come un razzo".

Pape Gurioli ha altri ricordi, più confusi: "Non so quando mi sia capitato, in quale momento del coma, ma mi sentivo immerso in un letto, fatto tutto da soffice bambagia bianca. Quando, uscito dal coma, ho raccontato questa esperienza a mia figlia, lei lo ha detto subito ai medici, che mi hanno incontrato per farsi dire nel dettaglio cosa mi era accaduto.

“Secondo me – conclude – mi sono affacciato nell’aldilà, per poi tornare tra i vivi. La bella ragazza che mi ha preso per il braccio era la morte, che mi voleva portare con sé. Evidentemente non era ancora il momento giusto. E grazie ai medici e all’ospedale di Borgo San Lorenzo, al quale sono grato per la professionalità con la quale sono stato trattato, posso ora raccontare questo viaggio".