L’assemblea del Partito Democratico, in programma martedi prossimo, potrebbe fare chiarezza sul percorso. Che, al momento, si muove su in discrezioni. Quelle che, in sostanza, parlano della mancanza di un nome forte da indicare in vista delle elezioni a Sindaco per il dopo Marini (foto). In una precedente consultazione al segretario comunale del Pd, Tommaso Valleri, non sarebbe infatti rimasto niente da fare se non prendere atto della mancanza di una candidatura in grado di ottenere i tre quinti dei voti richiesti dal regolamento del partito per indicare il candidato. Dunque, come da regolamento, il passaggio successivo sarebbero le primarie. Che però, a Pontassieve, nessuno vorrebbe, vista l’esperienza del 2014. Stando ai numeri - ufficiosi - che circolano, Carlo Boni, attuale vicesindaco, avrebbe collezionato undici preferenze, dunque lontano da quei diciassette voti che rappresenterebbero i tre quinti necessari. Più in basso un altro membro della Giunta Marini, Filippo Pratesi, che nel primo mandato di Monica Marini è stato anche vicesindaco. Da qui la situazione di stallo per il Pd locale, che qualcuno avrebbe tentato di superare spiegando che comunque sia i voti a Boni che quelli a Pratesi sono da intendersi come voto ad un solo candidato, essendo i due colleghi di Giunta. Ovviamente non è così. Dunque, al momento apparirebbe probabile che il Comune dell’ (anche) attuale segretario metropolitano Pd, Monica Marini, sia destinato a scegliere il candidato attraverso le primarie. Che, alla luce dei numeri, potrebbero anche essere di coalizione. Un groviglio non certo desueto per il Pd, al quale l’assemblea di dopodomani potrebbe dare qualche elemento in più di chiarezza.