
Piazza Duomo deserta
Firenze, 5 gennaio 2021 - Nel vuoto pneumatico fiorentino mancano all’appello dieci milioni di turisti che, polverizzati dalla pandemia e dalle paure annesse, lasciano alla città un –87,5% di presenze rispetto al 2019, percentuale talemente devastante da rendere superflua perfino un’analisi.
Analisi che tuttavia va fatta, inutile voltare la testa dall’altra parte: la principale industria della città è andata a gambe all’aria e non è dato sapere quando troverà forza e mezzi per rimettersi in piedi.
I numeri esatti della crisi turistica potranno essere calcolati solo nei primi mesi del 2021 – spiega un rapporto di White River, azienda fiorentina per la gestione delle proprietà immobiliari – allorquando saranno disponibili tutti i dati statistici in merito all’ultimo trimestre, drammatico sia a livello sanitario che economico. Gli unici dati a nostra disposizione, che riguardano il periodo gennaio-settembre in tutta la Città Metropolitana, fotografano una situazione impietosa: nei primi 9 mesi dell’anno, le presenze nel comprensorio metropolitano fiorentino nel 2020 sono state 3 milioni e 52mila mentre erano state 12 milioni e 748mila nel 2019.
Si sono perse oltre nove milioni di presenze anno su anno e "il calo ha riguardato principalmente i viaggiatori internazionali (-81,6%)" mentre il "decremento nei viaggiatori italiani è stato significativamente inferiore (-59,3%)".
Federico Cassi, amministratore di White River ci aiuta a comprendere meglio i contorni del fenomeno: "Negli anni’10 cè stata una grande crescita del settore turistico, con l’esplosione del fenomeno AirBnb ma già a fine 2017 si è assistito a una dimuzione dei prezzi delle case e nel 2019 anche una diminuzione del numero stesso di immobili, conseguenza di un aumento eccessivo dell’offerta. Il Covid ha solo accelerato questo processo facendo accadere prima qualcosa che sarebbe accaduto comunque".
Capitolo prospettive: "Prima di tornare alla normalità ci vorranno almeno altri due anni. Da aprile, maggio tornerà un po’ di turismo ma l’anno sarà ancora di grandi crisi, nel 2022 ci sarà la ripresa ma per tornare ai livelli del 2019 si dovrà attendere almeno il 2025. Già ora un quarto delle case di Airbnb sono state tolte al mercato. A Pasqua saranno un terzo". Quindi la proposta alle istituzioni per approfittare di questo momento di totale down per ripensare il centro storico:
"Il Comune, con la Regione, dovrebbe intervenire per semplificare la normativa e introdurre un portale del turismo regionale che sia l’unico interfaccia di ogni struttura e di ogni imprenditore nel settore. Un unico sito dove inserire un’unica volta i dati. In questo modo si semplificherebbe la vita a chi vuole rispettare le regole, si porterebbe chiarezza e trasparenza anche in fase di controllo dei dati e soprattutto si aumenterebbe il gettito dell’imposta di soggiorno. Se l’accordo con Airbnb ha fruttato per il 2018 quasi 7 milioni di ulteriore city tax nelle case pubbliche, un simile portale, solo per il Comune, porterebbe un potenziale incremento stimato tra 10 e 15 milioni di euro l’anno. Senza contare che tale gettito potrebbe essere investito per offrire incentivi alla residenzialità in centro".