E che almeno non siano impuniti

La criminalità a Firenze è in aumento: vetrine infrante, rapine e furti. Le forze dell'ordine non riescono a contenerla, così i commercianti ricorrono all'autodifesa. Serve un intervento legislativo per prevenire e reprimere questi reati.

La questione delle spaccate a Firenze si fa sempre più grave ed esaspera a ragione i titolari di bar, ristoranti, alimentari e non solo che si trovano vetrine infrante col metodo del tombino e spesso oggetto di rapine e furti. C’è chi ipotizza che la maggiore sorveglianza delle Cascine abbia spostato in altre zone della città – come San Lorenzo e Borgo Ognissanti – la piccola ma assillante criminalità. C’è un giustificato sentimento di amarezza, di frustrazione, di sfiducia nelle vittime "visitate" puntualmente e periodicamente, come il bar San Marco giunto alla sesta aggressione dei propri locali. "Ora abbiamo paura": ha detto il proprietario Gualserio Zamparini, di balordi o malviventi che siano. Deve indurre a riflettere la decisione annunciata del presidente di Confcommercio, Aldo Cursano, di dormire a turno all’interno della propria attività. Una forma di autodifesa, un tentativo estremo di porre un argine all’attività malavitosa, che il pur lodevole impegno delle forze dell’ordine non riesce a contenere: una deriva di autotutela in prospettiva pericolosa. Si parla di criminalità "light", dovuta alla "necessità" di procurarsi piccole somme di denaro, nondimeno deve essere stroncata, per il dovuto rispetto della legalità, in modo più energico di quanto non accada adesso. Uno degli aspetti salienti del problema è proprio l’impunità. Le cronache di questi giorni ci raccontano che non si rispettano le disposizioni restrittive del giudice e si viola l’obbligo di dimora in altra provincia per reiterare il reato a Firenze. Altri, colti in fragranza, sono rimessi rapidamente in libertà salvo essere di nuovo sorpresi a distanza di poche ore a compiere le stesse azioni, rompere vetrine e rubare. Si parla di "caso giudiziario", poiché viene a contrasto il lavoro di polizia e carabinieri con le lacune del sistema della giustizia, inefficace di fronte a reati che prevedono pene lievi e misure cautelari pressoché inesistenti. Bene i provvedimenti adottati dal "Comitato per l’ordine e la sicurezza" ma è forse necessario un intervento a livello legislativo. Nell’800 il dibattito era espresso dalla formula "reprimere, non prevenire"; oggi fondamentale prevenire, ma ove occorre pure reprimere.

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