E’ allarme sulla scuola "Decine a rischio chiusura"

Interrogazione dei deputati toscani del Pd: "La destra promette, poi taglia". FdI replica: "Accorpamenti dovuti ad accordi presi da Draghi con l’Europa".

E’ allarme sulla scuola  "Decine a rischio chiusura"

E’ allarme sulla scuola "Decine a rischio chiusura"

"A Firenze molti istituti a rischio chiusura: la destra promette ma poi taglia i servizi", tuona il Pd. E Fdi ribatte: "Dal centro-sinistra solo polemiche strumentali. La Regione Toscana si assuma le proprie responsabilità. Gli accorpamenti degli istituti rientrano in accordi presi dal governo Draghi con l’Europa". Era l’inizio di febbraio quando la Cgil lanciò l’allarme: "Una ventina di istituti tra Firenze e provincia rischiano di essere accorpati". Tra le scuole a rischio segnalate, per Firenze i comprensivi don Milani, Gandhi e Calamandrei, oltre all’Educandato Santissima Annunziata a Poggio Imperiale ed alle superiori Galileo, Michelangelo, Salvemini-Duca d’Aosta, Gramsci, Saffi. "Entro il 31 maggio in conferenza Stato-Regioni - spiega Emanuele Rossi della Cgil, - dovevano esser definiti i criteri per assegnare i dirigenti alle regioni in base a dei parametri restrittivi che rischiano, dal settembre 2024, di portare all’accorpamento di una ventina di istituti. La Toscana ha ascoltato il nostro allarme e si sta opponendo con tutte le sue forze".

In gergo tecnico si chiama "razionalizzazione della rete scolastica", ma in pratica, osservano dal sindacato, si tratta di risparmi sul personale scolastico, tra l’altro sanciti dall’ultima legge di bilancio. Ecco che, in base al nuovo parametro che prevede almeno 900-1000 studenti per avere una scuola autonoma e dunque un proprio dirigente, il futuro va verso l’unione di più scuole. Con un unico dirigente a capo di più istituti. "Molte scuole, anche nella MetroCittà, potrebbero essere accorpate o chiuse. Si tratta di scelte politiche che penalizzeranno studenti, famiglie, docenti e personale tecnico amministrativo, causando problemi logistici e didattici. Per sapere quanti e quali istituti verranno realmente coinvolti dai tagli abbiamo presentato una interrogazione parlamentare", l’affondo dei parlamentari Pd Emiliano Fossi, Simona Bonafé, Federico Gianassi, Dario Parrini e Christian Di Sanzo. Parla di "Ministero sordo alle richieste dei comuni e della Regione" il presidente Anci Matteo Biffoni. Ma il capogruppo di FdI in consiglio regionale Francesco Torselli e il consigliere Gabriele Veneri respingono le critiche: "La Regione abbia il coraggio, sulla base del numero di dirigenti imposto dall’Europa, di decidere con la propria autonomia di aiutare di più le scuole periferiche e, di meno, quelle di città".

Sulla spinosa questione interviene anche Massimo Fratini, consigliere della città metropolitana, delegato all’edilizia scolastica: "Accorpare le scuole significa creare difficoltà nella gestione. È inaccettabile, in nome del risparmio, sacrificare i ragazzi, che invece hanno sempre più bisogno di attenzioni. Ci sono scuole sotto la soglia dei 900 alunni che però hanno tantissimi alunni certificati ed un’alta percentuale di abbandono scolastico. Come si fa a procedere con gli accorpamenti? Va anche detto che da qui a tre anni anche alle superiori si sentirà molto la diminuzione degli iscritti. È il momento di fare scelte politiche importanti: proseguire con le classi pollaio oppure aumentare la qualità della didattica?".

e. g.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro