MARIA SERENA QUERCIOLI
Cronaca

Sanitari aggrediti, il racconto della dottoressa: “Presa per il collo, colpita al volto e alle costole”

È accaduto al Cas di San Pellegrino, la struttura che accoglie i migranti e che è stata nei mesi scorsi al centro delle polemiche per le tensioni con i residenti

Tamine Azad, medico del 118, è in servizio da oltre 30 anni nell’emergenza medica: domenica sera era di turno alla Misericordia di Firenzuola

Tamine Azad, medico del 118, è in servizio da oltre 30 anni nell’emergenza medica: domenica sera era di turno alla Misericordia di Firenzuola

Firenzuola (Firenze), 8 maggio 2025 – Una costola rotta, qualche ecchimosi e tanto spavento per una dottoressa e una volontaria del 118 aggredite, domenica sera, da un paziente durante un servizio. È accaduto al Cas di San Pellegrino, la struttura che accoglie i migranti e che nel marzo scorso è stata al centro delle polemiche per le tensioni con i residenti.

Cosa è successo? Il medico, la dottoressa Tamine Azad, in servizio da oltre 30 anni nell’emergenza medica, era di turno alla Misericordia di Firenzuola e alle 19,45 è stata inviata a San Pellegrino. "Il codice d’intervento – racconta la dottoressa Azad – era 4 rosso, paziente non cosciente, ma respirava. Il paziente al mio arrivo era per terra, circondato da altri migranti, lo chiamo e mi rendo conto che è un attacco di panico. Ho fatto gli accertamenti, i suoi parametri erano buoni, così ho chiesto di prepararmi una flebo di Valium alla volontaria così il ragazzo si sarebbe svegliato tranquillo, la mattina dopo. Con garbo al paziente spiego che devo fare un accesso venoso e lui in quel momento ha dato in escandescenze".

Il ragazzo si è alzato di scatto, ha preso per il collo la dottoressa, l’ha colpita al volto e alle costole, ha dato una gomitata a una volontaria e l’equipaggio non riusciva a calmarlo. "Per fortuna – prosegue la dottoressa - i suoi compagni lo hanno tenuto fermo e sono riuscita a sedarlo e ricoverarlo all’ospedale di Borgo. In questa struttura so che ci sono una sessantina di ospiti, di tutte le età. Lo dico con sincerità e da professionista: non potete trattare questi ragazzi come pensionati, offrendo solo il cibo e un posto per dormire. Stesso scenario è capitato lunedì notte quando ero di turno alla Misericordia di Sesto: alle 2 ci hanno inviato in una casa-famiglia a Calenzano per un esagitato. C’erano già i carabinieri e con una decina di persone si è riusciti a calmarlo. Resta il fatto che sono stata aggredita durante il turno di lavoro, mentre andavo ad aiutare. Col mio carattere parlo sempre con amore ai pazienti ma questi segnali, indicano che l’integrazione non sta funzionando". La dottoressa Azad ha inviato una relazione dell’accaduto alla direzione del 118.

Alla sua stessa conclusione era giunto l’8 marzo scorso Marco Brintazzoli, direttore della SdS del Mugello ed ex commissario del Cas di San Pellegrino: "La permanenza in questo posto per più di un anno e mezzo crea disagio ai ragazzi – disse a La Nazione - più isolati rispetto ad altre strutture. Per questo ci siamo adoperati con la Prefettura affinché fossero trasferiti in altri Cas più vicini alle città. Se stanno in questo Cas per troppo tempo vanno in crisi, diventano più agitati, si creano tensioni interne".