Sarà una giornata storica quella di dopodomani, domenica, quando alle 10,30 verrà ripristinata dopo decenni l’antica tradizione della messa di fine agosto ai piedi della Croce eretta nel secolo dopoguerra sul Monte Gazzaro, vetta mugellana non lontana dal passo della Futa, a 1.125 metri di quota. Renderà ancora più solenne l’evento la presenza del cardinale Ernest Simoni, presule di 95 anni, originario dell’Albania, rivestito della porpora da parte di Papa Francesco, nel novembre 2016, e ormai fiorentino di adozione, a cui proprio il sindaco Nardella, nel novantesimo compleanno, ha consegnato in “Sigillo della Pace”.
Il cardinale presiederà la celebrazione eucaristica animata dal coro Alpino del Mugello, e concelebrata dal vicario generale dell’Arcidiocesi, monsignor Giancarlo Corti, e il parroco di Barberino, don Stefano Ulivi. Per l’occasione saranno presenti le massime autorità civili, militari e gli Alpini del gruppo di Barberino di Mugello e del gruppo di Firenzuola. La partenza a piedi è fissata dalla località Monte di Fo’ alle 8,30. Il crinale si potrà raggiungere anche tramite navette con i volontari della Protezione civile e delle associazioni di volontariato del territorio che accompagneranno le persone anziane o con difficoltà motorie.
Durante la celebrazione vi sarà un momento particolare di preghiera per la pace nel mondo, proprio sul crinale del Monte Gazzaro, teatro di duri combattimenti nella seconda guerra mondiale fra Alleati e tedeschi lungo la Linea Gotica, i cui resti sono ancora visibili. Terra bagnata da tanto sangue e violenza che ora vedrà la presenza del cardinale Simoni, testimone di pace, capace di perdonare i suoi aguzzini. Vale la pena a tale proposito ricordare che don Ernest è stato definito dal Santo Padre ‘martire vivente’ per i quasi trent’anni tra prigionia e lavori forzati nei campi di lavoro nell’Albania del dittatore Enver Hoxha nel secolo scorso. Ad oggi, don Ernest, eletto cardinale senza essere stato prima vescovo, è l’unico sacerdote sopravvissuto alle persecuzioni in odio alla fede nel “Paese delle Aquile”, dove ha portato avanti il suo apostolato nella Chiesa del silenzio schipetara. Ai piedi della grande Croce di ferro a cui tutta la comunità è fortemente legata, l’occasione per rendere grazie e offrire un’ulteriore testimonianza.