"Mi offro di riparare l’affettatrice, o nel caso di regalarne una nuova alla Rsa". La proposta di pace arriva da Vittorio Carretti, 85 anni, il re delle bilance e delle affettatrici, che dopo aver letto la notizia di Camilla Boccaccini, la delegata sindacale della Cgil licenziata dalla struttura sanitaria – gestita da suore – del ’Sacro Cuore di Gesù Agonizzante’, ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza e la sua ’riserva’ di affettatrici.
La dipendente è infatti stata rimossa dall’incarico (il 28 gennaio scorso) dopo aver danneggiato l’affettatrice di proprietà della struttura. "Ho solo cercato di pulirla, in quanto nessuno se ne occupava, e io, essendo in possesso anche dell’haccp, ero qualificata per farlo", confessa Boccaccini.
La lama dello strumento, però, nella manovra di pulizia si è rotta, e la direttrice dell’istituto, suor Sara, ha deciso prima di "notificarmi una lettera di richiamo, la prima in dieci anni di lavoro, per poi nei giorni successivi infliggermi come sanzione disciplinare il licenziamento in tronco", continua Boccaccini.
Una decisione considerata troppo severa, sia dal sindacato Cgil, sia da Carretti. Allo storico commerciante fiorentino, che con la sua bottega in via Nazionale è stato per decenni un punto di riferimento per i cittadini di Firenze, è infatti venuto "di istinto fare questa offerta, in quanto ho da subito preso a cuore la vicenda della ragazza".
Peccato che dall’istituto sanitario sia arrivato un due di picche. La direttrice ha infatti ribadito di non voler rilasciare commenti sulle dinamiche della vicenda, e – nonostante il bel gesto di Carretti – ha detto di "non poter accettare l’offerta". Una risposta in linea con il basso profilo adottato in questi giorni, anche in vista del fatto che Boccaccini e la Cgil di Firenze hanno da subito intrapreso le vie legali, impugnando la decisione di licenziamento. Secondo la ricostruzione della sigla sindacale, infatti, "il licenziamento sarebbe stato seguito da una motivazione arbitraria e per noi eccessiva e che sarà la magistratura a valutarne la proporzionalità".
A nulla è servito, almeno per il momento, l’azione da buon samaritano di Vittorio Carretti. Come a nulla è servito il presidio di mercoledì 5 di fronte ai portoni della Rsa, arrivato a margine del fallito tentativo di conciliazione – avvenuto alla Prefettura di Firenze – tra le due parti e della proclamazione dello stato di agitazione del personale aziendale.
Quello che il sindacato teme è che il licenziamento possa inoltre "essere utilizzato dall’istituto come avvertimento per scoraggiare l’attività sindacale all’interno della struttura".
Pietro Mecarozzi