
Denis Verdini torna in carcere. Il tribunale revoca i domiciliari: "Evadeva per cenare al ristorante"
Galeotte furono le cene romane, ma anche le ulteriori condanne che in questi mesi sono piovute sulla testa del pluripregiudicato Denis Verdini.
Così, all’età di 72 anni suonati, il vulcanico ex braccio destro di Berlusconi, l’ex senatore di Ala, padre della compagna del ministro Matteo Salvini, torna in carcere a scontare un cumulo di pena (per tre condanne irrevocabili per bancarotta che sommate superano i 15 anni) che si esaurirà il 21 gennaio del 2036.
Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Firenze, revocando per "pericolosità sociale" lo stato di detenzione domiciliare che era stato concesso, tre anni or sono, al commercialista originario di Fivizzano. In otto pagine di provvedimento, che fanno seguito all’udienza del 22 febbraio scorso, i giudici Marcello Bortolato ed Elisabetta Pioli mettono in fila le tre cene al ristorante del figlio Tommaso, il “Pastation“ di piazza in Campo Marzio, in cui Verdini avrebbe incontrato personaggi che sono al centro dell’inchiesta per corruzione all’Anas. Incontri avvenuti in una saletta riservata del locale, documentati dagli appostamenti della guardia di finanza, avvenuti in un orario in cui l’ex parlamentare – autorizzato a recarsi a Roma per proseguire le visite dal dentista del Senato che lo aveva in cura – avrebbe dovuto essere a casa.
La prima cena è del 26 ottobre 2021: Verdini, in compagnia del figlio Tommaso, pasteggia con l’ex ad di Anas, Massimo Simonini, l’imprenditore Vito Bonsignore e Fabio Pileri, socio di Verdini junior nella ’Inver’, la società che, secondo l’inchiesta per corruzione che ha portato alla luce le evasioni dell’ex senatore, avrebbe sponsorizzato la propria galassia di imprenditori per ottenere appalti di infrastrutture stradali. Quattro giorni dopo, Verdini è ancora al “Pastation“, ancora con Simonini, Pileri e il figlio, ma stavolta ci sono anche l’imprenditore fiorentino Antonio Veneziano e il sottosegretario al Mef Federico Freni. L’11 gennaio 2022, la guardia di finanza fotografa l’arrivo all’abitazione romana di Tommaso, del padre Denis, del sottosegretario Freni e di Simonini. Altre violazioni ai divieti di Verdini nel 2022 sono stati captati dai trojan: il 26 febbraio riceve aggiornamenti sull’attività della Inver; il 29 marzo è nella sede della società in via della Scrofa a parlare con il figlio e Pileri; il giorno dopo incontra Pileri e Veneziano; il 12 aprile conversa con Pileri; il 24 maggio vede il figlio, Pileri e il sindacalista Cisal Cavallaro; il 3 giugno e il 12 luglio discute ancora con Pileri.
La telefonata. Ma durante le “fughe“ romane (una di questa anche in concomitanza della rielezione del presidente Mattarella, nel gennaio 2022), Verdini ha violato ulteriormente il divieto di comunicare rispondendo a una telefonata di Fedele Confalonieri ("la cui utenza doveva essergli ben nota in quanto amico di vecchia data", sottolineano i giudici) e poi inviando una e-mail allo stesso Confalonieri e a Marcello Dell’Utri utilizzando lo smartphone di suo figlio. Verdini ha chiesto scusa ai giudici per la "leggerezza": "Mi sono fatto prendere da un’amicizia antica", ha ammesso. E pure dall’irrefrenabile voglia di politica che lo ha accompagnato per tutta la vita.
La sua difesa, con gli avvocati Marco Rocchi e Alessandro De Federicis, si è appellata anche alla "vulnerabilità sanitaria" dell’ultrasettantenne. Ma per il tribunale "sebbene le condizioni di salute del condannato non siano ottimali" esse, in questo momento, "non appaiono incompatibili con l’interruzione della detenzione domiciliare". Sicuramente, però, già dalle prossime settimane i suoi legali tenteranno di tirarlo fuori dal carcere. Dalla dimora di Arcetri – con un parco talmente grande da impiegare minuti ad aprire ai carabinieri del controllo – a una cella di Sollicciano, ambientarsi non è facile.