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Delitto dell’ambulante, parla il dipendente

Nuova udienza nell’aula bunker di via Paolieri del processo per l’omicidio di Safaei Chakar Kiomars, commerciante iraniano di 72 anni...

Nuova udienza nell’aula bunker di via Paolieri del processo per l’omicidio di Safaei Chakar Kiomars, commerciante iraniano di 72 anni trovato morto il 29 novembre scorso nella sua casa in via Francesco De Pinedo. I fratelli Guilherme Ponciano, 25 anni, e Matheus Ponciano, 20 anni, sono accusati di omicidio e rapina in concorso, aggravata dalla premeditazione. Ieri sono stati ascoltate le testimonianza degli agenti della squadra mobile e della polizia scientifica di Firenze, che hanno ricostruito nel dettaglio la scena del crimine. Un agguato, secondo la procura, "nei confronti di una persona anziana della quale conosceva sinanche una pregressa patologia cardiaca". E poi botte e ancora botte, alla testa e al corpo. L’autopsia ha individuato tumefazioni e fratture. Ma la contestata crudeltà si sarebbe esplicata quando l’imputato avrebbe rese il commerciante "incapace di agire" legandogli i polsi dietro la schiena con un nastro adesivo trasparente e coprendogli la bocca e gli occhi con un altro nastro, nero e cerato. Sul quel nastro nero sono state trovate le impronte di uno dei due fratelli. Che nelle ore immediatamente successive al delitto comprarono (anche con i soldi rapinati all’iraniano) due biglietti per il Brasile. Ma non riuscirono mai a prendere quel volo, perché i poliziotti li fermarono proprio all’aeroporto di Bologna.

Sentito anche il dipendete storico del commerciante. Che ha raccontato come la mattina seguente all’omicidio uno dei due fratelli si era presentato regolarmente al banco. Entrambi i Ponciano, ha poi spiegato, erano a conoscenza del flusso di cassa dell’uomo. Che in alta stagione raggiungeva anche i mille euro al giorno. I familiari della vittima sono rappresentati dagli avvocati Gabriele, Nicola e Marco Zanobini.

Pie.Meca.