
"Delinguare cerillarius a Firenze? Il libro più 'zoico' di Enrico Zoi"
Il titolo del nuovo libro del giornalista e scritto Enrico Zoi colpisce: "Delinguare cerillarius. Diario tirrenico di un sospeso sentire" (edizioni I libri di Mompracem). È un itinerario tra prosa e poesia, accompagnato dai disegni di Filippo Zoi e sarà presentato oggi alle 18 al Jazz Bistrot di via Aretina con l’autore, lo scrittore Francesco Giannoni e gli interventi di Paolo Ciampi e Massimiliano Scudeletti.
Partiamo dal titolo: da dove nasce?
"Da un mio vecchio sogno degli anni ‘80. Una notte sul mare di Parga in Grecia, in sogno mi apparve una scritta: Delinguare cerillarius. Me la sono portata dietro per quasi 40 anni. Non significa niente: sono due parole che in latino non esistono, quindi non potevano che essere il titolo che aspettavo per questo volumetto di prose poetiche, il più strano, inutile e ’zoico’ che abbia mai creato".
Di libri ne ha scritti tanti, tra favole, cinema, teatro. Questo è diverso. Qual è la sua origine?
"Lavorando a un altro mio volume uscito a maggio, ‘Gianna Giachetti, attrice. Intervista con il teatro’, lei stessa mi fece conoscere meglio la realtà del "Cerchio Firenze 77", una delle esperienze medianiche più importanti del ‘900.
"Delinguare cerillarius", partito per gioco (è scritto quasi tutto sullo smartphone) nel bosco dell’Argentario, è quindi diventato anche una ricerca di altre dimensioni: l’aldilà?
"Forse. Ma non c’entra la religione: è provare a sentire qualcosa attraverso le persone e i luoghi a me più cari. E comunque questa è solo una delle suggestioni del testo".
L’illustratore di questo libro (e non solo di questo) ha il suo stesso cognome: chi è Filippo e cosa trasmette col disegno?
"E’ mio figlio, valente artista autistico, con una sua pagina Facebook (’I disegni di Filippo’). In genere, lui comunica a colori, come nelle illustrazioni dei nostri libri precedenti ‘Favole per Irene’ e ‘Lo Zampacchione giallo e altre storie’ o nei suoi tanti fumetti. Qui invece gli è stato chiesto di stare sul bianco e nero, con risultati molto coinvolgenti. Con il disegno Filippo trasmette se stesso".
Prossimo obiettivo letterario? "Tornerò a interessarmi di teatro italiano. E non sarò solo nella nuova avventura. E poi chissà...".