Drin. "Pronto. E’ pronta?". "Certo, via". Cecilia Del Re asciuga la retorica al minimo sindacale, dribbla i fronzoli con risate gonfie e mira al sodo con la forza di chi, dopo il siluramento nardelliano dalla giunta per il ’pensiamoci’ sul passaggio del tram al Duomo, ha una voglia matta di fare vedere di che pasta è fatta.
Senza quell’episodio non avrebbe creato la sua Firenze democratica.
"Ogni criticità deve diventare un’opportunità. Il momento era particolare, non c’era volontà di coinvolgermi e di fare un dibattito pubblico. Ma quella di imporre una candidatura".
Sta dicendo che ebbe sentore che Nardella avesse già scelto Funaro come sua delfina?
"Diciamo che lui aveva già deciso come doveva andare a finire la questione. E io avevo capito che ormai a Firenze il partito era in mano a una persona sola".
Che non ha voluto le primarie.
"E che per me invece era uno un principio fondante del Pd".
Quindi sbatte la porta.
"Per creare uno spazio civico, di ascolto anche rinnovando le competenze. La città cambia e la visione va aggiornata".
Sul tram disse una cosa che molti fiorentini condividono.
"Non collegare il centro è una ferita di tipo sociale. Ma il tema è politico. Anche sugli altri collegamenti del trasporto pubblico tra periferie e centro non si è insistito. E questo è il modo di lasciarlo davvero solo ai turisti...".
Tre priorità. La prima?
"Casa. Firenze non è più accessibile per studenti e lavoratori. E non parlo solo di chi ha diritto agli alloggi popolari, ma anche del ceto medio che non ce la fa più con gli affitti. Pensiamo ai dipendenti di At che rinunciano a un posto di lavoro perché non possono mantenersi a Firenze ".
La cosiddetta fascia grigia.
"Esatto. Stiamo rischiando di legare sempre più la residenza al turismo se il pubblico non fa una politica della casa vera".
Tutto giusto, ma come?
"Se si dà sempre solo la colpa ai tagli, si fa solo scaricabarile. I Comuni possono fare tanto. Noi vogliamo il modello Vienna. Fare ricorso alla finanza etica per incrementare le case ".
Seconda priorità.
"Il lavoro. Anche qui si dice sempre che i Comuni hanno poco margine di manovra. Non è vero, si cambia rotta".
Dica, dica.
"Lavoriamo sulla tutela degli appalti, sulla sicurezza, sul congedo di paternità che potrebbe essere applicato ai dipendenti comunali e a quelli delle partecipate e in seguito diventare un modello per i privati...".
Del Re, va troppo veloce. Mi fa male il polso.
"Noi abbiamo proposto la cittadella dell’edilizia per la formazione, abbiamo lanciato il parco tecnologico all’Osmannoro. L’Irpet dice che il turismo sta prendendo tutto. Se puntiamo su manifattura, chimico farmaceutico, tecnologie industriali possiamo dare porspettive di impieghi ai nostri giovani. Il Comune deve essere regista di questo. Serve un direttore d’orchestra, un violinista l’abbiamo già avuto".
Questa cattivella.
"E via, me la passi (ride, ndr). Poi terza priorità..".
Un attimo. Ha tirato in ballo il turismo. La giunta della quale ha fatto parte fino al defenestramento ha fatto abbastanza per gestire l’overtourism?
"Non è facile ma è mancato coraggio. La mia battaglia per la tutela delle attività storiche non è stata portata avanti".
E la delibera sugli affitti brevi?
"Solo uno spot che ha creato altro che danni consolidando il fenomeno e portando gli affitti turistici a 14mila appartamenti".
Terza priorità.
"Serve un vero piano del verde. Con un clima più salubre così si investe anche sulla salute".
Pista di Peretola, sì o no?
"Sì per tutelare i sorvolati, no per portare i passeggeri da 2,8 milioni a 6. Siamo favorevoli all’ampliamento di Pisa, Firenze sia un city airport".
Tramvia da ripensare, sì o no?
"Occorre progettare anche una linea circolare, e non solo un servizio Firenze-centrico".
Restyling Franchi, si o no?
"Avanti o perdiamo anche i 100 milioni aggiudicati".
Durante i dibattiti pare in sintonia con Stefania Saccardi?
"Grande simpatia ma politicamente i progetti sono separati".
A un ballottaggio Schmidt-Funaro, lei che fa?
"Lo diremo dopo il primo turno dove si sceglierà il Consiglio".
Tifa viola e le dico che mi ricorda Robbiati. Mina vagante.
"Mitico Spadino. Ma io ero affascinata dal gioco di Rui Costa".
La sua colonna sonora?
"Brunori Sas".
Io, lei e Firenze?
"Certo, ma anche ’Canzone contro la paura’. Noi non l’abbiamo mai avuta...".