REDAZIONE FIRENZE

Dalla casa nel garage agli atti falsificati I guai del maresciallo

L’ex comandante della stazione di Rifredi rischia il processo. E’ finito sotto indagine per la trasformazione di un fondo

Firenze

Il maresciallo Paolo Morabito, per anni comandante della stazione carabinieri di Rifredi, rischia il proceso.

Concussione, truffa, accesso abusivo a sistemi informatici e falso ideologico in atto pubblico sono le accuse contenute nell’avviso di conclusione delle indagini che ha appena ricevuto, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura.

I guai, per Morabito, 58 anni, sono cominciati con la trasformazione di un immobile ad uso appartamento in via delle Panche. Da quei lavori, che secondo il pm Paolo Barlucchi non sono iniziati con le dovute autorizzazioni urbanistiche, è già scaturita una citazione diretta a giudizio. Ma nel corso delle indagini, condotte con rigore dagli stessi carabinieri, è emerso che per quella ristrutturazione, il militare, "abusando sistematicamente della qualità di comandante della stazione carabinieri di Rifredi", si sarebbe rivolto a persone a lui note per i passati guai giudiziari. Ma al momento di saldare il conto, dopo aver assunto, secondo l’accusa, "toni aggressivi e offensivi", avrebbe contestato la qualità dei lavori della ditta di muratura e all’elettricista, fino a minacciare i due di far valere i propri poteri di pubblico ufficiale per arrecare loro un danno.

Sempre a causa di questi lavori di ristrutturazione, gli contesta ancora la procura, il comandante di Rifredi avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio quando invece "si assentava dall’ufficio per diverse ore per curare interessi personali e familiari di vario genere".

In alcuni casi poi, sempre secondo quanto emerso nel corso delle indagini, compilando alcuni verbali per denunce di furto avrebbe attestato falsamente che erano stati redatti alla presenza degli interessati quando invece gli sarebbero stati inviati per posta elettronica firmati. In un caso, avrebbe firmato lui direttamente al posto di una cittadina.

Infine, il quadro delle imputazioni comprende anche un accesso abusivo allo "Sdi", la banca dati delle forze dell’ordine: avrebbe infatti ordinato a un suo subordinato, un brigadiere, di reperirgli un numero di telefono di una persona, ma la questione non riguardava doveri d’ufficio.

Morabito oggi non presta più servizio a Rifredi. E’ difeso dagli avvocati Franco Borselli e Federico Bagattini.

ste.bro.