BARBARA BERTI
Cronaca

Crusca, la censura è social. Le parole dialettali non piacciono a Facebook

"La pagina è tornata attiva dopo 21 giorni di stop. Nessuna spiegazione. Ci hanno detto che si è trattato di un errore. Ma non è la prima volta".

Crusca, la censura è social. Le parole dialettali non piacciono a Facebook

Crusca, la censura è social. Le parole dialettali non piacciono a Facebook

"Un errore". Lungo ben 21 giorni. E’ una storia paradossale quella che vede - suo malgrado - protagonista la secolare istituzione fiorentina dell’Accademia della Crusca. O meglio, la sua pagina Facebook. Dal 21 dicembre scorso, dopo il post che pubblicizzava un evento dedicato alle espressioni dialettali, la pagina social è stata oscurata senza alcuna spiegazione. "Non conosciamo i motivi di questo provvedimento, che ci provoca non poca preoccupazione e molto dispiacere per non poter raggiungere, come di consueto, i nostri lettori su quel canale" recita il messaggio che fino a ieri si poteva leggere sul sito internet dello storico ente fiorentino. Come racconta Marco Biffi, accademico responsabile web per la Crusca, "il post annunciava l’inizio di una nuova rubrica natalizia dedicata alle parole dialettali legate alla Natività. Allegata c’era una ‘carta dialettale’, ovvero una sorta di cartina geografica dell’Italia che riporta al posto delle città le parole dialettali specifiche di quella località. Per esempio: nelle Marche c’era la parola ’bruma’, ovvero dicembre in dialetto. Non c’è ragione per bloccare questo contenuto". A chi si collegava alla pagina Facebook dell’Accademia della Crusca compariva la scritta "questo contenuto non è al momento disponibile" mentre "nella nostra pagina di gestione abbiamo trovato indicazioni sul fatto che i nostri post potrebbero essere stati coperti perché contengono immagini forti" racconta ancora Biffi. Fin da subito il prestigioso ente aveva fatto (senza successo) una segnalazione chiedendo di sbloccare la pagina e conoscere i contenuti di tale oscuramento.

Secondo gli accademici l’errore potrebbe essere dell’algoritmo del colosso digitale Mark Zuckerberg. "Il social lavora con gli algoritmi - continua ancora Biffi - molto probabilmente c’è stato un disguido, un errore di calcolo, può succedere, ma la cosa scandalosa è che sono passate tre settimane prima di avere un riscontro".

Ieri sera, dopo una giornata di grande risonanza mediatica del fatto, è arrivata la telefonata di Meta Italia alla Crusca: uno scambio di mail e nel giro di pochi minuti la pagina è tornata online. "Ma non abbiamo avuto spiegazioni su quanto accaduto. Ci hanno semplicemente detto che si è trattato di un errore: il motivo del blocco resta un mistero", racconta ancora Biffi ricordando che un episodio simile era accaduto anche lo scorso 23 giugno. "Allora, però, nel giro di 48 ore tutto tornò alla normalità". Stavolta la questione è stata molto più lunga.