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Crack tipografie, sei condanne per le bancarotte ‘pilotate’

Sei condanne, nove assoluzioni e due rinvii a giudizio. È la sentenza emessa ieri dal giudice Antonella Zatini, nei confronti...

Ieri la sentenza davanti del tribunale di Firenze, che ha condannato quattro dei 13 imputati per le bancarotte ’pilotate’

Ieri la sentenza davanti del tribunale di Firenze, che ha condannato quattro dei 13 imputati per le bancarotte ’pilotate’

Sei condanne, nove assoluzioni e due rinvii a giudizio. È la sentenza emessa ieri dal giudice Antonella Zatini, nei confronti di quella che la procura di Firenze aveva ribattezzato la squadra “dell’ultimo miglio”, un gruppo di professionisti che secondo le accuse aiutava amministratori di società sulla via del fallimento a distrarre risorse alle spalle dell’erario e dei creditori. Tredici gli imputati nel processo con rito abbreviato, tra cui Niccolò Donzelli, Lorenzo Brogi, il commercialista Vincenzo Pilla e professionisti e gestori d’impresa.

Le accuse, a vario titolo, erano bancarotta fraudolenta, favoreggiamento e falso in bilancio. I crac affossarono definitivamente sei tipografie e stabilimenti grafici dell’area fiorentina. Sotto inchiesta le bancarotte delle società Antiche Tipografie, Aria Advertising, Paint, Gardner, I Pioppi e Tibet.

Il gip ha condannato Donzelli a 3 anni e 4 mesi. È stato poi assolto da dieci episodi di bancarotta fraudolenta. Tra i condannati Brogi, ritenuto prestanome di professione (3 anni), David Cheyne Gardner, amministratore dell’omonima società (2 anni e 2 mesi) e il commercialista Niccolo Lisi (2 anni). Assolti da tutte le accuse con formula piena i commercialisti Vincenzo e Lucrezia Pilla, Stefano Sacchetti e altri sei tra professionisti e amministratori. Hanno patteggiato due imputati a 2 anni 1 anno e 9 mesi. La giudice ha poi rinviato a giudizio l’avvocato Romagnoli e il curatore fallimentare Chimirri.

Il tribunale ha ridimensionato le accuse della procura secondo la quale commercialisti e avvocati, secondo l’accusa, avrebbero costituito la "squadra di pronto intervento all’ultimo miglio" per aziende in stato di insolvenza prima della dichiarazione di fallimento. Ma anzichè individuare soluzioni meno dannose per le società avrebbero occultato il dissesto e sistemato i documenti contabili per salvare gli amministratori.