Covid. Rsa, alzare la sicurezza ma aprire agli abbracci

Il bilancio dei morti e la possibilità di incontrare i parenti

Una signora anziana (foto di repertorio)

Una signora anziana (foto di repertorio)

Firenze, 4 dicembre 2020 -  Alzare i livelli di sicurezza nelle residenze sanitarie assistenziali e aprire le porte agli abbracci dei parenti. Troppi morti e troppi contagi in questa seconda ondata pandemica nelle Rsa toscane. L’assessore regionale al Sociale Serena Spinelli ha spiegato in Commissione Sanità che nella seconda fase, al 30 novembre, gli ospiti delle Rsa, oltre 12mila posti letto, risultati positivi al Covid sono il 16,97 % nell’Area vasta Centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli), il 15,38% nell'area Ovest (costa tirenica con Pisa) e l’8,5% nella sud est (Siena e Grosseto). Grande dolore e tanta preoccupazione per il numero dei decessi di ospiti delle Rsa. Da primavera ad ora i morti sono stati oltre 500 e in questo autunno drammatico a causa del coronavirus sono stati 253, di cui 62 deceduti in ospedale. “Con la ripresa della pandemia a ottobre abbiamo impedito l’accesso ai familiari – ha sottolineato Spinelli – e abbiamo dotato le strutture di test rapidi che eseguiamo sia sugli operatori che sugli ospiti”.

Per fronteggiare l’emergenza sono stati disposti un incremento dell’assistenza e l’individuazione di “bolle Covid”, cioè di settori separati per i malati Covid. In alcuni casi si è proceduto a individuare strutture occupate totalmente da malati e altre Covid-free, con alcuni spostamenti di pazienti. Quando il livello di assistenza per i contagiati non è adeguato, si hanno a disposizione prima le cure intermedie e poi si dispone il ricovero in ospedale. Continuano pero' i focolai e i decessi, gli ultimi nelle Rsa dell'Empolese. Per capire se ci sono state responsabilità gestionali e amministrative e sanitarie nella prima fase pandemica sono state aperte inchieste giudiziarie a Firenza, Prato, Lucca ed Arezzo. Numerosi gli esposti di parenti delle vittime, indagano i carabinieri del Nas. Le Rsa in Toscana sono attualmente 322. Di queste, 102 sono strutture a titolarità pubblica, 220 private. I posti letto contrattualizzati sono oltre 12.000, con 13 posti letto ogni 10.000 abitanti. Altro capitolo delicato riguarda il rapporto tra anziani e parenti. L'isolamento è necessario da una parte, ma la solitudine, dall'altra, spesso accentua i problemi anche di salute. L’assessore Spinelli ha comunicato che la Regione Toscana ha stanziato 884 mila euro per dotare le Rsa di strumenti utili a far comunicare i pazienti con le loro famiglie, come i tablet.

E sulla "stanza degli abbracci", ipotizzata e auspicata anche dal ministero della Salute, per far riallacciare rapporti diretti tra ospiti e familiari ha detto: “Stiamo valutando con il settore del rischio clinico la possibilità di introdurre le cosiddette ‘stanze degli abbracci’. Non tutte le residenze hanno però le caratteristiche adatte per poterle ospitare”. Le chiede a gran voce, invece, Stefano Mugnai, vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, aretino ed ex consigliere regionale toscano: "Finalmente dopo mesi di attesa il Ministero della Sanità ha risposto alle nostre sollecitazioni dando “Disposizioni per l'accesso dei visitatori a strutture residenziali socio assistenziali, sociosanitarie e hospice e indicazioni per i nuovi ingressi nell’evenienza di assistiti positivi nella struttura”. Gli anziani “nati” all'inizio come una categoria da proteggere, piano piano invece trascurati dalla politica di Governo ed addirittura visti come un pericolo. Perché continuare a negare agli ospiti delle Rsa un rapporto umano sarebbe stata una tortura ingiustificata ed inaccettabile. Anche i disabili sono tra queste vittime silenziose, che nessuno ha saputo comprendere. Si parla adesso di “stanza degli abbracci” e questo ci fa piacere finalmente, anche se si è perso troppo tempo in questi mesi senza far sentire quel calore umano e familiare" conclude Mugnai.

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