Coronavirus. "Villa delle Terme. Contagi e ritardi. Troppi gli errori"

Firenze, 12 aprile 2020 - A Villa delle Terme, casa di cura convenzionata con 270 posti letto di cui 158 di lungodegenza geriatrica e 112 di riabilitazione e medicina fisica, c’è stata una nuova ispezione del servizio di igiene pubblica dell’Asl. Ora, alla struttura, che in tutto e per tutto funziona come un ospedale, i pazienti risultati positivi sono stati separati dagli altri ed è stato istituito un reparto Covid. E, anzi, la struttura sta accogliendo altri malati di coronavirus da alcune Rsa: i primi sono arrivati da Villa San Biagio a Dicomano. Si è alleggerita anche la situazione del personale: sono rientrati a lavorare molti operatori che erano in attesa del risultato del tampone e altri rientreranno nei prossimi giorni. Anna Filippini, della segreteria della funzione pubblica Cgil (responsabile sanità privata e convenzionata), sta monitorando la situazione passo dopo passo.  

Dalla casa di cura erano arrivate segnalazioni di morti sospette: avete chiesto accertamenti? "Noi abbiamo ricevuto le segnalazioni di alcuni decessi legati a Covid, le abbiamo messe in rilievo, poi indagheranno le autorità competenti".  

Ma ci sono stati anche decessi non attribuibili direttamente a Covid perché non era stata fatta diagnosi? "Anche in questo caso, ci sono state segnalazioni. E’ vero che la struttura ha reparti con persone ammalate particolarmente gravi, anche di Sla, e dunque anche in tempi normali, e non di epidemia, non è un’eccezione che ci siano decessi. Per valutare le singole situazioni, per le morti cui non è attribuibile una causa certa, dovrà essere fatta una richiesta di approfondimento, anche con una richiesta di accertamenti da parte dei parenti".  

Ma che cosa è accaduto all’interno della struttura dalla quale sono partite preoccupate richieste anche dal personale? "Ci sono stati riferiti ritardi nella comunicazione ai dipendenti dei casi di positività, cosa che ha impedito di isolare immediatamente i contatti, motivo per cui il contagio si è allargato. Però adesso la situazione sembra stia tornando alla normalità, anche se continuiamo a seguirne con attenzione l’evoluzione".  

I pazienti non ricevono le visite dei parenti ormai da oltre un mese, come si è propagato il contagio all’interno della struttura? "Non sono state prese dall’inizio misure adeguate di protezione. E i pazienti con sintomi che potevano essere sospetti non sono stati isolati".  

Chi doveva fornire le protezioni, perché non c’erano? E perché non è stato previsto l’isolamento dei pazienti sospetti? "Anche su questo aspetto dovrà essere fatta chiarezza. L’azienda sostiene di aver chiesto intervento all’Asl in modo tempestivo".  

Quali sono state le azioni intraprese da Villa delle Terme? "Dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto alla Cgil, che hanno fatto partire le diffide ai vertici di Villa delle Terme, risulterebbe che si siano mossi tardi. Io ho la documentazione dei passi che hanno fatto. Adesso ci sono altre emergenze da affrontare, ma poi valuteremo, in un momento successivo, responsabilità e tempi di reazione".  

Vi siete fatti un’idea del motivo per cui in alcune strutture è entrato il virus mentre in altre si è riusciti a scongiurare il contagio? "Le motivazioni sono molte. Sicuramente ovunque ci sono pazienti fragili. Poi dipende dalla formazione, dallo smaltimento dei rifiuti speciali, dalla rapidità con cui vengono applicati i protocolli. Devo dire anche che nei luoghi dove i sindaci collaborano si riesce ad affrontare meglio le cose. Per esempio nel caso di Villa delle Terme io non sono ancora riuscita a parlare con il sindaco di Impruneta".  

Ilaria Ulivelli © RIPRODUZIONE RISERVATA