Coronavirus, a Firenze impennata di contagi: Ponte a Niccheri riapre un reparto Covid

Più tamponi, aumentano i positivi. Preoccupano i focolai nelle residenze sanitarie, malate anche 3 suore infermiere

I casi sono aumentati anche perchè sono stati fatti più tamponi

I casi sono aumentati anche perchè sono stati fatti più tamponi

Firenze, 10 ottobre 2020 - I primi di maggio cominciavano a chiudere le prime strutture ‘bolla’, oggi riaprono i reparti Covid. Nonostante oltre il 70% dei nuovi casi positivi di ieri sia asintomatico, l’aumento costante dei contagiati sta facendo crescere il numero dei ricoveri: 45 nelle degenze dell’area dell’Asl Toscana centro. Ieri nella provincia di Firenze sono stati segnalati 114 nuovi casi, tanti, anche se non si tratta di un record come quello della Toscana, dove con 483 positivi è stato superato il numero di contagi del picco registrato il 2 aprile scorso con 406 casi.

Mentre il numero dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali dell’Asl Toscana centro resta contenuto (7 in tutto), il tasso di occupazione dei posti letto Covid a Firenze è salito all’80% dei 20 alle Malattie infettive di Ponte a Niccheri e dei 45 delle cure intermedie di Villa Donatello. Motivo per cui lunedì sarà riaperto il primo reparto di Medicina Covid a Ponte a Niccheri, con 15 letti dedicati.

"L’incremento costante dei casi ha portato a un aumento dell’occupazione dei posti nelle degenze: sebbene non ci sia un sovraccarico delle strutture, apriamo intanto un nuovo reparto – spiega il direttore del dipartimento delle Specialistiche mediche dell’Asl Toscana centro, Giancarlo Landini – Gli ospedali dovranno continuare a funzionare regolarmente, senza chiudere attività sanitarie, per questo ci auguriamo che non ci sia un picco di casi ma che la crescita continui senza impennate".  

Destano preoccupazione i focolai nelle residenze sanitarie assistenziali. Le case di riposo sono il punto debole del sistema: quando si estende il contagio nelle Rsa è inevitabile che aumenti il numero dei ricoveri e, purtroppo, anche il tasso di letalità. Cresce il numero di positivi, mentre continuano gli accertamenti con tampone, nella residenza sanitaria San Giuseppe a Sesto Fiorentino (in provincia di Firenze): 33 ospiti su 85, 3 operatori laici su 50 e 3 infermiere suore del vicino convento su 25. Anche alla Rsa Rosa Libri di Greve in Chianti (in provincia di Firenze) si allarga il contagio: sono ben 19 gli operatori risultati positivi e 39 dei 52 ospiti. Per questo va avanti l’affiancamento dell’Asl alla dirigenza della struttura: il personale assente viene sostituito da operatori dell’azienda sanitaria.  

Un allarme che ha imposto al neogovernatore toscano Eugenio Giani di firmare la sua prima ordinanza valida fino a fine dello stato di emergenza, che ricalca in tutto e per tutto quella scaduta il 7 luglio scorso e prevede la presa in carico degli ospiti positivi al Covid nelle Rsa da parte del servizio sanitario pubblico, l’eventuale subentro o l’affiancamento delle Asl nella gestione dell’emergenza, la separazione degli ambienti, il supporto delle squadre Girot.  

Molte cose sono cambiate, in questi mesi in cui il virus è rimasto sottotraccia, una delibera regionale ha imposto un’assistenza sanitaria più presente: oltre ai medici di famiglia, che nelle strutture non si vedevano mai, le Asl assicurano un medico ogni 300anziani con le squadre specialistiche Girot. Ma una nuova delibera, alla quale stanno lavorando gli uffici regionali, prevede che sia stilato un nuovo protocollo integrativo valido per le 322 strutture toscane (con 13-14mila ospiti), pubbliche e private, da adottare in accordo con i gestori, anche privati.

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