
Dal 2007, la Toscana ha formato 5.000 operatori e salvato 12.000 persone dalla malnutrizione in 17 nazioni.
Cinquemila operatori formati, interventi in 17 Nazioni, oltre 12.000 persone sottratte alla malnutrizione cronica. Un investimento straordinario che costa appena 19 centesimi a ogni toscano, dimostrando come la solidarietà possa essere accessibile ed efficace.
La cartina degli interventi di cooperazione sanitaria internazionale della Toscana dal 2007 a oggi si concentra nel 60% dei progetti in terra d’Africa, il 22% in America Latina, l’11% nei Balcani e il 5% in Medio Oriente. Ogni territorio ha le sue specificità, ma l’obiettivo rimane comune: migliorare l’accesso ai servizi sanitari essenziali.
Il punto della situazione di quanto svolto in particolare nell’ultimo decennio e le prospettive future del sostegno della Toscana a Paesi lontani in termini di salute col suo Centro di salute globale, sono stati al centro della conferenza "Dalla salute globale alla crescita locale: dieci anni di cooperazione sanitaria". Emerge un successo di professionalità e umanità frutto della collaborazione di tutti gli enti preposti che hanno trasformato la cooperazione internazionale in un progetto concreto di solidarietà.
Il Meyer (dove ha anche sede il Centro di sanità globale), Careggi e le Asl Centro, Sud Est e Nord Ovest hanno sviluppato interventi in 12 paesi, dall’Albania all’Uganda, dimostrando come la sanità pubblica possa essere uno strumento di giustizia globale. Siamo anche l’unica Regione che da legge consente agli operatori sanitari di dedicare un mese all’anno ai nostri ospedali in zone bisognose col mantenimento dello stipendio italiano. Una peculiarità normativa che dovrebbe essere presa da esempio da tante altre regioni.
E quando tornano, hanno conoscenze nuove, più radicate e uno spirito diverso che rende la nostra sanità migliore. Tanti gli interventi alla conferenza e tavola rotonda moderata dalla vicedirettrice della Nazione Cristina Privitera con, tra gli altri, Giovanni Putoto per Cuamm, Anna Meli per Cospe, Daniela Cuomo di Centro mondialità e sviluppo reciproco, Vittoria Villa di Apurimac e Roberta Bartieri per Oxfam, Giada Boggi per Pcrf e Paola Cerea per Annulliamo la distanza, oltre a Gianfranco Morino per World Friends in collegamento da Nairobi.
Per le AOU hanno partecipato Carlo Barzaghi (Pisa), Giulia Dagliana (Careggi), Stefano Zani (Siena), Monica Paci (Meyer) e i referenti delle Asl Stefano Fusi (Toscana Centro), Luca Scali (Sud est) e Maida Pistolese (Nord Ovest). Per la dottoressa Maria José Caldes, direttrice del Centro di Salute Globale, "la continuità e la sostenibilità degli interventi sono garantiti non solo dall’impegno degli enti, ma anche dalla società civile, che ci affianca nella realizzazione dei progetti di cooperazione".
"La nostra regione sulla cooperazione internazionale intende giocare il proprio ruolo in virtù di un profilo e una identità fortemente solidaristiche – ha detto il governatore toscano Eugenio Giani -. Vogliamo sempre più rendere concreta la nostra attenzione verso i più fragili e i più deboli in tutto il mondo". Per l’assessore alla sanità Simone Bezzini "siamo una delle punte d’avanguardia in Italia nell’attività di cooperazione sanitaria internazionale. Oltre agli ideali c’è anche la concretezza, confermata dai tantissimi progetti sviluppati negli anni, che hanno coinvolto migliaia di professionisti portando benefici anche strutturali in numerosi Paesi".