Firenze, 22 aprile 2021 - Trent’anni di storia che rischiano di finire in pochi giorni. Questo almeno è il timore che la Cooperativa Le Rose ha voluto affidare ad un lungo post denuncia sulla propria pagina Facebook.
“Trent’anni fa questo luogo era un cumulo di macerie e la passione dei fondatori ha permesso che oggi venga chiamato Casa dai ragazzi e dalle ragazze diversamente abili che lo frequentano tutti i giorni. Una Casa che si è aperta al territorio proponendo laboratori, momenti di socializzazione, integrazione e cultura a tutti e tutte, sempre cercando di lanciare uno sguardo trasversale e inclusivo sulle diversità e l’emarginazione” raccontano i soci della coop.
E ora? “Un anno fa la proprietà dell’immobile (di cui paghiamo regolare affitto e il cui contratto terminerà nel 2027) ci ha chiesto di verificare lo stato della Casa perché intenzionata a portare a termine le ristrutturazioni che in passato anche noi avevamo più volte richiesto" raccontano i soci della Coop. Che aggiungono: "Ci è sembrata un’occasione perché la Cooperativa potesse diventare ancora più bella e accogliente per i nostri ospiti. Mai avremmo pensato che dopo dieci mesi la proprietà dell’immobile ci avrebbe intimato di “sgomberare cose e persone” entro 30 giorni dalla ricezione dell’avviso, una lettera di tre righe che non proponeva nessuna alternativa e non si faceva carico delle ricadute che la chiusura della struttura avrebbe comportato per gli ospiti”.
Il pericolo secondo la Cooperativa è duplice. Da una parte l’interruzione dei servizi offerti che comporterebbe effetti pesanti “ sulla tenuta dell’equilibrio socio-psicologico e sull’andamento terapeutico degli ospiti e dei loro familiari. Senza contare che il territorio verrebbe privato di un servizio che molto avrebbe ancora da offrire anche nei prossimi anni”. Inoltre c’è il tema della destinazione futura dell’immobile che, a detta della Coop, non è stata mai chiarita in maniera esplicita.
“Noi siamo più che disponibili a trovare una soluzione a questa impasse e a lasciare l’immobile temporaneamente, anche riducendo - pur non senza difficoltà - le nostre attività, ma solo quando verranno definiti in maniera chiara costi, tempi e destinazione d’uso futuro della struttura. Questi punti però ad oggi non sono mai stati discussi e valutati” sottolineano i soci de le Rose.
Intanto la Asl il 7 aprile scorso ha inviato un ulteriore ultimatum per chiedere la riconsegna delle chiavi. Di fronte al diniego, la risposta, i soci de le raccontano nel post i soci della Coop “è stata quella di sospendere le rette e il trasporto di Mascia, una delle nostre ospiti, che da un giorno all’altro si è trovata impossibilitata a recarsi in Cooperativa. La comunicazione è arrivata alla famiglia la mattina stessa dell’inizio della sospensione, proprio mentre Mascia aspettava con fiducia la macchina che da più di venti anni la accompagna in Cooperativa e che non sarebbe mai arrivata. E la minaccia che stiamo subendo è quella che vengano sospese tutte le rette e i trasporti dei nostri ospiti se non lasceremo la struttura”.
La cooperativa chiede “sostegno e aiuto alle amministrazioni pubbliche che hanno potuto verificare negli anni la ricchezza e la passione del nostro lavoro e facciamo appello alla sensibilità della Regione Toscana sui temi della disabilità e dell’inclusione affinché vengano attivati tutti gli strumenti atti a scongiurare una chiusura di questo patrimonio”.
Domenico Guarino