FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Confindustria, appello per lo sviluppo: "Infrastrutture tra Firenze e la costa"

Il presidente Bigazzi sferza la politica: "Servono poche chiacchiere e concludere i lavori già iniziati".

Confindustria, appello per lo sviluppo: "Infrastrutture tra Firenze e la costa"

Infrastrutture, logistica e formazione. Sono le tre parole chiave di Confindustria Centro-Costa, per mantenere alta la competitività e il valore delle imprese del territorio. Ieri la prima uscita ufficiale del nuovo soggetto confindustriale, nato dalla fusione delle associazioni di Firenze, di Livorno e di Massa Carrara.

Il presidente Maurizio Bigazzi ha messo subito le cose in chiaro: "Abbiamo fatto la fusione, ora tocca alla nuova associazione essere all’altezza delle aspettative. Perché abbiamo tanti buoni motivi, economici e di contesto. I territori di Firenze, Livorno e Massa Carrara hanno insieme un milione e mezzo di abitanti: il 41 per cento della popolazione regionale. Qui si producono quarantotto miliardi di valore aggiunto, il 45 per cento del Pil toscano. Contiamo tre porti e avremo il terzo polo siderurgico d’Italia con Piombino. Abbiamo dato un segnale preciso: fare rete, fare le cose insieme, avere una massa critica maggiore".

La nuova Confindustria è l’ottava per importanza a livello nazionale. Bigazzi, che in apertura ha voluto ricordare Joe Barone imprenditore, la sua determinazione e la battaglia contro la burocrazia, ha mandato un ‘segnale ai naviganti’: "Chiediamo le infrastrutture e inviteremo tutti a fare il loro mestiere, Governo, Regione ed enti locali – ha detto – fra qualche mese ci saranno le elezioni europee e amministrative e stiamo lavorando a un manifesto che presenteremo a tempo debito. Le parole industria, impresa, sviluppo, economia dovranno entrare saldamente nel dibattito politico". Tra le infrastrutture la Darsena Europa e il passante Av fiorentino, ma anche l’aeroporto di Firenze, la Tirrenica, e l’Alta capacità ferroviaria.

Un passaggio anche sulla Fi-Pi-Li che "è un imbuto anti-competitivo". Sulla questione del salario minimo, Bigazzi ha ribadito la contrarietà di Confindustria. "Andiamo a vedere i contratti pubblici, fatti nei servizi – ha detto ancora Bigazzi – con le gare al ribasso. Quando la politica parla, parli a sé stessa, prima di parlare agli altri. Si guardi al suo interno, guardi i contratti della Regione e dei comuni fatti nei servizi". In questo senso, se il punto è la paga oraria, il via al salario minimo per tutti gli appalti del Comune di Firenze formalizzato ieri va nella direzione giusta per Bigazzi, anche se "lo sta facendo ora: probabilmente se ci avesse pensato prima sarebbe stato meglio", Bocciato il salario minimo come soluzione per stoppare i "contratti pirata", su cui solo una vera legge sulla rappresentanza, che torna a chiedere, taglierebbe subito la testa al toro.

"La metà delle imprese iscritte alla nostra associazione – ha concluso il presidente delle associazioni industriali di Firenze, di Livorno e di Massa Carrara – - ha una contrattazione aziendale di secondo livello che prevede, nell’83 per cento dei casi, premi di risultato collettivi; e nel 70 per cento il ricorso a strumenti di welfare aziendale. Le nostre imprese non hanno certo bisogno del salario minimo". Nei prossimi giorni infine Confindustria consegnerà ai partiti "un manifesto" perché, ha osservato Bigazzi, "la normale dialettica politica non può essere un vincolo al fare".