REDAZIONE FIRENZE

"Con la seconda chiusura siamo ko"

Ugo Cardella, ex presidente Confesercenti: "Urge un piano di salvataggio del commercio. Non possiamo più pagare tasse senza incassare"

"Se ti dico quale è stato l’incasso di domenica torno a deprimermi. Lasciamo perdere".

Ugo Cardella è titolare di una storica rosticceria del centro di Scandicci. E’ da sempre una delle voci più propositive del commercio cittadino. Abbiamo raccolto la sua voce, che è un po’ il grido di dolore di chi gestisce bar e ristoranti sul territorio. "In questi giorni – ha detto Cardella – abbiamo assistito a un ulteriore tracollo in una situazione già difficile. Ai commercianti del settore ‘food’ era già stato chiesto molto in termini di investimenti per incrementare i livelli di sicurezza. Eravamo già prostrati dopo il primo lockdown, questa seconda chiusura ci ha definitivamente messi al tappeto. Intanto si danno contributi per i monopattini, si comprano banchi con le rotelle, invece di sostenere le imprese con incentivi e bonus reali. Non parole". A Scandicci, durante l’estate, proprio gli operatori della ristorazione avevano avuto l’opportunità di piazzare dei dehor all’esterno a costo zero. Un modo per recuperare clientela e un minimo di fatturato. Ma due mesi di apertura, a fronte di chiusure e calo di presenze non sono certo sufficienti a tenere in linea il fatturato. "In questi giorni sto sentendo diversi colleghi – ha detto Cardella che è stato in passato anche presidente di Confesercenti Scandicci – e sono tutti preoccupati. Ci sono operatori che hanno dipendenti, e non sanno come fare ad andare avanti. Perché gente in giro non ce n’è; i consumi sono praticamente azzerati. In più abbiamo avuto controlli capillari per la regolarità dei provvedimenti anticovid. Io personalmente ho avuto quattro verifiche; intanto nei grandi centri commerciali la gente si ammassa senza troppi problemi".

La politica? "Non ci credo più tanto – ha detto Cardella – la verità è che qui servono incentivi, idee, sostegno vero per non far morire il commercio. Altrimenti rischiamo una carneficina di aziende quando tutto questo sarà finito. Non si vede ancora un orizzonte, un’ipotesi di come ricominciare. La politica ci sta facendo vedere scelte senza senso, appunto come i banchi con le rotelle, o gli incentivi per i monopattini. Le imprese chiudono, i lavoratori non ricevono la cassa integrazione. Mi chiedo cosa si aspetti a dar vita a un piano vero di aiuto".

Una vera e propria richiesta d’aiuto che segue quella lanciata l’altro giorno da Cna per quanto riguarda le imprese. Anche nello strategico distretto della pelletteria la situazione è difficile: gli ultimi dati della Camera di commercio indicano un calo imprese pari al 25%. Tanto che le associazioni di categoria hanno chiesto la tutela del made in Tuscany e incentivi seri per non perdere un patrimonio che è da sempre prerogativa del territorio. Sul commercio l’amministrazione sta cercando di fare il possibile. L’obiettivo dell’assessore allo sviluppo economico, Andrea Franceschi ha puntato a dare alla città la percezione che si possano fare acquisti in sicurezza. Ma la zona rossa ha ulteriormente complicato le cose. Durante il primo lockdown sono rimasti aperti i mercati rionali e il settimanale per gli alimentari; e ha funzionato. Ma adesso? Anche in questi mesi è possibile mantenere i dehor gratuiti, l’inverno però ha complicato tutto. Il Natale si avvicina rapidamente. E le luminarie potrebbero servire a poco se non ci saranno persone in giro a comprare. "Serve un piano di salvataggio per noi commercianti – ha concluso Ugo Cardella – serve in fretta. Perché non possiamo più permetterci di pagare tasse e non incassare".

Fabrizio Morviducci