Comunicare, ma come?: "La politica sui social, un prodotto da vendere"

Domenico Petrolo e Lorenzo Incantalupo lo spiegano nel loro libro "Chi mi ama mi voti". La presentazione mercoledì alla Giunti Odeon.

"Leader e partiti si sono avvicinati a tecniche consolidate nel largo consumo, passando dalle vecchie e care affissioni all’uso dei social. La tendenza sembra essere quello di un ritorno alle origini, al contatto diretto con gli elettori con tecniche nuove", lo dicono Domenico Petrolo e Lorenzo Incantalupo, autori del libro ‘Chi mi ama mi voti. Storie, riflessioni e dialoghi sul marketing e politica’ (Guerrini e Associati Editori).

Gli autori dialogheranno con Erika Pontini, capocronista de ‘La Nazione’ per presentare il libro, mercoledì alle 18.30 alla Giunti Odeon. Un libro che indaga sul come questi due mondi così lontani, oggi collaborano a stretto contatto.

Esiste ancora questo confine netto tra marketing e politica?

"Esiste il marketing politico che funziona se funziona il prodotto sottostante, in questo caso la proposta politica. Non funziona quando il marketing diventa la proposta stessa".

Nel libro intervistate Antonio Palmieri, stratega della comunicazione politica di Silvio Berlusconi. Molti associano la svolta della comunicazione politica al Cavaliere, è così?

"Tutti i principi della comunicazione che Berlusconi declinò con la sua discesa in campo, sono ancora attuali e applicati da partiti e leader. Dal nome del politico nel simbolo alla foto del candidato sui manifesti".

Come la comunicazione digitale ha cambiato quella politica?

"Sotto moltissimi punti di vista. Ne scegliamo due, la disintermediazione, ovvero senza mediatori, e un linguaggio più diretto, meno tecnico e più crudo".

Una volta c’erano i ‘brand partito’ oggi ci sono i ‘partiti uomo’: che cosa cambia?

"Nel momento in cui il partito diventa uomo, la tentazione di sconfiggere l’uomo è più forte di quella di sconfiggere il partito. Forse in questo modo si spiega la minore longevità dei partiti personali".

In che modo gli elettori si comportano come consumatori?

"Quasi in tutti i loro comportamenti, dalla selezione delle informazioni fino al condizionamento emotivo. L’elettore comune, il consumatore è un’animale emotivo".

Un prodotto politico è come un prodotto da vendere: se non funziona, si cambia?

"Sì, gli elettori spesso si comportano come consumatori insoddisfatti. Anche così si può spiegare l’estrema volatilità di questi anni con leader come Grillo, Renzi, Salvini e adesso Giorgia Meloni che in pochi anni passano da percentuali risibili a un consenso diffuso. E in alcuni casi con la stessa velocità lo perdono".

Il mondo online è un modo per avvicinare i giovani alla politica o per avere un rapporto non mediato con gli elettori?

"Come tutte le tecnologie dipende dall’uso che ne si fa. Certamente alcune analisi sul voto giovanile hanno evidenziato una scelta di voto più fattuale e meno ideologica, forse favorita da una ricerca in rete di informazioni".

Linda Coscetti

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