"Città invivibile. Con 1.400 euro è rischio fame"

Il fondatore dell’associazione consumatori, Donvito: "Firenze ha scelto il turismo e gli studenti vanno via".

"Città invivibile. Con 1.400 euro è rischio fame"

"Città invivibile. Con 1.400 euro è rischio fame"

di Emanuele Baldi

"Ci sono migliaia di fiorentini che vivono con 1.400 euro netti al mese? Molti di loro, se così fosse, alla fine rischierebbero di dover dormire in macchina". Vincenzo Donvito, fondatore e presidente di Aduc, l’associazione dei consumatori, fotografa una città allo stremo delle forze, divorata da un turismo che droga i prezzi ma che "porta benefici solo a una piccola parte dei residenti".

Donvito, lei una volta disse che per vivere a Firenze senza affanni occorrerebbe minino uno stipendio da 2.000 euro netti e nessun mutuo sulle spalle. Nel frattempo i prezzi in città sono cresciuti ancora

"Probabilmente c’è molto più sommerso di quanto si pensi in questa città".

Che intende dire?

"Che vivere con poco più di mille euro a Firenze è praticamente impossibile, siamo a un passo dalla Caritas".

Addirittura?

"Beh, ormai ci sono i monolocali in affitto a 800 euro. Perfino a Scandicci...".

Con questi stipendi dove si può ’sopravvivere’?

"In qualche città del sud magari, ma anche in certi paesi del nord est. Ma qui no di certo".

Qual è il settore che ha visto i rincari maggiori?

"Oltre all’immobiliare, dove i tassi sui mutui hanno scoraggiato tante persone, direi senza dubbio l’alimentare".

È difficile fare la spesa?

"Nonostante ci sia molta offerta e tanti supermercati in giro c’è da dire he i fiorentini sono talmente abituati a un minimo di qualità che sì, anche fare spesa è un problema. Perché qui nessuno si sognerebbe mai di comprare una bottiglia d’olio da 3 euro. Minimo ne spende 10...".

Un disastro insomma

"Sì. E insieme un paradosso. Pensi che abbiamo una delle migliori università d’Italia e non riusciamo ad attirare gli studenti in città perché è troppo cara".

Anche la vita sociale sembra risentire delle difficoltà generali. La sera, fatta eccezione per il sabato, la città è completamente deserta. Dieci o quindici anni fa c’era tanta gente in giro. Un cinema, un teatro, una serata con amici... Ma oggi?

"Il discorso qui è un po’ più ampio, sono venuti meno centri di incontro come le case del popolo che un tempo erano piene e oggi sono quasi deserte. Ma la vera questione è un altro".

Ovvero?

"Da sempre l’aggregazione di una città si fa nei centri storici. Io l’altro giorno per un caffè e un cappuccino a un tavolino ho speso 16 euro...".

Morale?

"Si è svenduto tutto ai turisti, una scelta della quale ora paghiamo le conseguenze".

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