Città d’arte le più danneggiate E gli alberghi restano vuoti

Rispetto allo scorso anno gli hotel lamentano un calo del fatturato dell’80% Prenotazioni solo last minute

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Per il turismo settembre può essere il mese della ripartenza o, invece, della definitiva crisi. In questo luglio 2020, chi non ha esaurito le ferie e ha un budget a disposizione, preferisce il mare alle città d’arte. Il centro storico è ancora vuoto, molte strutture alberghiere non hanno nemmeno riaperto e il 10 per cento potrebbe non riaprire nemmeno a settembre. Rispetto allo scorso anno, gli hotel lamentano un calo del fatturato dell’80 per cento e secondo le stime la flessione dei pernottamenti potrebbe raggiungere nel 2020 l’83%. Il Centro Studi Turistici prevede per l’estate una contrazione della domanda del 30% e 985mila pernottamenti in meno, per la quasi totalità di stranieri. A soffrire anche gli Airbnb, che hanno visto dimezzare le prenotazioni. Il coronavirus affligge ancora i paesi europei ed extraeuropei, non è tornato il turismo orientale, non si vedono gli americani.Qualche luce in fondo al tunnel, però, s’intravede. "Va un po’ meglio rispetto a giugno. Si vedono francesi, olandesi e qualche inglese. Diciamo che i 3 e 4 stelle qualcosina fanno, anche se tutto in last minute, con prenotazioni che entrano per la stessa giornata", commenta Giancarlo Carniani, presidente degli albergatori di Confindustria Firenze.

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