
di Christian Campigli
Un’autentica miniera d’oro. Diventata arida da quando è scoppiata la pandemia e il turismo è diventato un lontano ricordo. Via Faenza ha una posizione strategica tra piazza Duomo, San Lorenzo e la Stazione, ma con il Covid è diventata triste e deserta. Senza turisti, senza incassi, solo tasse da pagare.
"Ci hanno mandato undicimila euro di tari – denuncia Adelindo Pelagotti, del residence La Contessina – lo sconto promesso è solo teorico, perché si applica un meno 55% nella parte variabile, ma poi, a ben vedere, la riduzione reale oscilla tra il 18 e il 20%. Troppo poco, soprattutto per chi come noi ha avuto un calo dell’80%. Almeno ci venisse consentito di pagare con il credito d’imposta e non solo con denari sonanti". Un calo di incassi legato anche a lavori stradali giudicati "interminabili", duranti da febbraio ad agosto 2020. "Abbiamo lavorato 4 mesi: gennaio e febbraio, con ingressi limitatissimi, luglio e agosto, a metà prezzo – ricorda Roberto Castellani, degli alberghi Nella e Bencidormi – L’Irpet ha certificato tra il meno 80 e il meno 85% di presenze e e fatturato. Hanno retto solo le strutture in campagna col verde e la piscina o al mare o in montagna. In questi giorni stanno arrivando anche le tasse Siae e il canone Rai speciale. Come minimo sono altri 486 euro".
Un comparto, quello ricettivo, che si sente abbandonato e cerca un dialogo con le istituzioni. "La Regione potrebbe intervenire erogando dei contributi, come ha fatto il Piemonte – dice Giovanni Gandolfo, presidente dell’Airca (associazione imprese ricettive città d’arte) -. Il bonus vacanze non distribuito dovrebbe essere riutilizzato. A ottobre e a febbraio sono stati pubblicati dei bandi per i sostegni dimenticandoci".
Se gli alberghi soffrono, gli ostelli non sanno letteralmente cosa li attende nell’immediato futuro. "Siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi a riaprire – raccontano Carlo e Leonardo Livi, dell’ostello Archi Rossi – Lavoriamo soprattutto con camerate, e le persone, in questo momento, non si fidano di dormire nella stessa stanza con degli sconosciuti. C’è massima incertezza anche per l’estate. Manteniamo le camerate o creiamo delle doppie? Avevamo una dipendente che si occupava delle colazioni, per fortuna ha trovato un nuovo lavoro".
Le strutture ricettive non sono le uniche a soffrire in questo 2021. "Abbiamo questo ristorante dal 1971 e non abbiamo mai vissuto un momento peggio – afferma Massimo Marzocchi, della trattoria Enzo e Piero – Abbiamo avuto un calo prossimo al novanta per cento. Le tasse però continuano a arrivare. Io avevo otto dipendenti. Me sono rimasti quattro, che sono in cassa integrazione". Si salva solo chi, dopo anni di sacrifici, è riuscito a comprare il fondo. "Abbiamo comunque tanta paura per il futuro – sospira Raffaella Mati, proprietaria del bar Degli Innocenti – senza pranzi di lavoro e aperitivi come possiamo resistere?".