No alla moda dei vini dealcolati. "Non abbiamo alcuna intenzione di intraprendere quel tipo di percorso, lo osserviamo con curiosità. Che poi non li chiamerei neppure vini perché un prodotto che subisce un trattamento con una macchina non è un vino. Non è realizzabile nel nostro territorio". Giovanni Manetti, titolare dall’azienda Fontodi a Panzano in Chianti, eletto per la terza volta consecutiva presidente del Consorzio Chianti Classico ha le idee chiare sul futuro del Gallo Nero. "Non è in previsione produrli, è un fenomeno del momento".
Il momento sembra essere quello del Gallo Nero.
"Nei primi nove mesi di quest’anno la domanda di Chianti Classico è superiore allo scorso anno, con una trend di crescita del 2- 3%".
Questo nonostante il periodo non facile, anche a livello internazionale
"Sì, il mercato va bene anche se ci sono tensioni politiche e crisi economica come in Germania. Il fatto che il Chianti Classico sia sopra in termini di volume al 2023 ci dà grande soddisfazione. Devo dire con orgoglio che abbiamo intrapreso la strada giusta con la qualità del prodotto sui mercati e si raccolgono i frutti della valorizzazione che il Consorzio ha messo in campo da diversi anni".
Non capita tutti i giorni di avere il terzo mandato
"In molti. 500, dei soci del Consorzio mi hanno chiesto di andare avanti, c’era un desiderio di continuità che arrivava dalla base sociale soddisfatta di come era la gestione, anche grazie al consiglio di amministrazione che visto la riconferma di 18 membri su 21".
Chi sono i 3 nuovi del cda?
"Sono nomi importanti, che daranno un contributo significativo. Si tratta di Angela Fronti di Istine, di Alessandro Marzotto ultima generazione della Lamole di Lamole del gruppo Santa Margherita uno dei più importanti d’Italia, e di Francesco Rossi Ferrini che ha investito nel Chianti Classico con due aziende a San Casciano".
Dunque un terzo mandato di continuità, ma quali sono i progetti che porterete avanti?
"Prima di tutto c’è l’iscrizione a Patrimonio Unesco con il tema delle ville-fattoria. È stato fatto un passo avanti importante e siamo i candidati ufficiali del Paese Italia. L’altro progetto riguarda le Uga, Unità geografica aggiuntive, per la Gran Selezione, 11 aree più ristrette ognuna con un nome di riferimento, ognuna con una caratteristica diversa a seconda della posizione, del territorio, ma anche della cultura, della tradizione di un luogo".
Andrea Setttefonti