FRANCESCO
Cronaca

Cesare Pergola, l’architetto della notte

Francesco

Gurrieri

Più che la professione di architetto, Cesare Pergola ha scelto la via dell’arte. E con questa, dopo il girovagare per il mondo – in particolare in Thailandia e Brasile – è tornato a Firenze, dove si era laureato con Adolfo Natalini. Ora fa i conti con se stesso e ’mette in carta’ la sua vita: è "La Befana e Robin Hood, memorie di incontri e passaggi" (Florence Press), una snella e simpatica opera di 160 pagine. Pergola, arrivato a Firenze nel 1974 dal Molise, ha vissuto intensamente la scena artistica fiorentina degli anni ’80 e ’90 dopo Architettura. Poi, dal 2001 al 2022 si sposta a insegnare a Bangkok in Thailandia e in Brasile, a Paraty, San Paolo, Rio. Il primo impatto fiorentino non è semplice: "Ero uno studente fuori sede, solo, in una città chiusa e snob. Forse fu proprio questa solitudine che mi spinse a studiare e crescere". Poi si consolidano i rapporti con alcuni docenti e in particolare con Egidio Mucci che, al tempo, aveva ereditato l’insegnamento di Umberto Eco e Gillo Dorfles. Di Mucci, Pergola rileverà il corso dopo la scomparsa prematura. Ma per lui si aprono anche le prime esperienze di avanguardia, quale il ’Marchingegno’ (musica e teatro sperimentale), e ’Orient Express’ (al quale collaborava Takaharu Miyashita, docente di letteratura giapponese a Magistero). Ne seguiranno i primi prestigiosi incarichi per architetture di interni davvero avanguardistiche come il ’Manila’ di Campi che fece tendenza in tutta Italia; e che ebbe tanto successo da farne la versione ’Manila Europa’ . Così, la notorietà aumenta; sopraggiungeranno altre esperienze di settore, così che Pergola sarà rubricato come ’l’architetto della notte’ dalle maggiori riviste internazionali di design e arredamento. Ma il richiamo alla creatività artistica diventerà prevalente, così Cesare tornerà a insegnare. Ora è di nuovo a Firenze: forse per godersela più quietamente.