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Cementificio chiuso Giani: "Voglio guardare i titolari negli occhi"

"Se il silenzio di Buzzi Unicem continua vado a Casale Monferrato". Parola di Eugenio Giani. Il presidente della Regione lo ha detto alla delegazione di lavoratori dello stabilimento Testi Cementi di Greve, del gruppo Buzzi Unicem, in presidio permanente da ottobre. A Casale Monferrato infatti c’è la sede della proprietà. E secondo Giani "bisogna incalzarli per avere informazioni chiare, voglio guardarli negli occhi per capire cosa fare. Sul territorio poi si possono trovare soluzioni diverse, come per la Bekaert".

Alla proprietà avevano scritto i 75 dipendenti, in cassa integrazione Covid, di un impianto ormai fermo da quasi un anno e per il quale non si vede futuro. Chiedevano garanzie e ripartenza delle attività. Ma non hanno ricevuto risposta. Stessa sorte è toccata al presidente della Regione. "Questa vicenda è incredibile, sono sconcertato", ha detto Giani. "Ho scritto all’azienda dando la disponibilità a incontrarla, per capirne l’orientamento e valutare quello che si potrà fare in futuro; mi è stato garbatamente risposto che non ce n’è bisogno". Con un’altra lettera, un paio di giorni fa, il presidente della Regione ha convocato i due amministratori delegati, Pietro e Michele Buzzi, ora attende risposta. "Certi comportamenti – rincara il governatore – non sono eticamente responsabili per chi si definisce imprenditore". Fino a quando non sarà chiarò il quadro, e fino a quando non ci sarà un interlocutore non saranno possibili strategie di lotta né sarà possibile trovare soluzioni. Lo sanno bene i lavoratori.

In questa fase di cassa integrazione alcune figure dello stabilimento di Testi sono state distaccate in altre strutture del gruppo. "Quelle univoche come il capo magazziniere o il capo chimico hanno avuto la possibilità di ricollocazione per il periodo di cassa integrazione. Chi a Guidonia, chi a Fanna, altri a Settimello al centro di macinazione, che potrebbe assorbire 7-8 figure".

Andrea Settefonti