
C’è un’aria pesante Legambiente assicura "Qui si respira meglio La situazione resta critica"
Il report di Legambiente Toscana ‘Mal’aria di città 2023’, presentato a Firenze in occasione dell’ultima tappa della Clean Cities Campaign, fa emergere che sul fronte ambiente in città diverse cose sono state fatte ma il percorso non è certo completato. Da un lato è vero che le tramvie, e lo ha dichiarato il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza, hanno determinato "un miglioramento graduale e netto delle quote di inquinamento". Ma dall’altro i livelli di Pm10, le polveri sottili, e in particolare di No2, il biossido di azoto (a causa dei motori diesel), sono da monitorare con grande attenzione. E inoltre – ma questo è un problema di quasi tutta la Toscana – se entrasse in vigore da subito la direttiva europea con la nuova soglia di Pm10, Firenze - che è oltretutto tra le 9 città italiane che hanno aderito alla missione Ue per l’impatto climatico zero entro il 2030 - non rientrerebbe nei limiti. L’obiettivo è ridurre del 15% entro il 2030 il Pm10, del 23% il Pm2.5 e gli ossidi d’azoto del 32%. "A Firenze come in Toscana la situazione è in miglioramento, ma ci sono situazioni ancora critiche, come quella sul biossido di azoto", ha ammesso Ferruzza. E su questo ultimo punto, è stato spiegato, "Firenze è la città più indietro in Toscana".
Ferruzza si è rivolto anche ai nuovi vertici dem toscani in riferimento al nuovo aeroporto di Firenze: "Mi auguro che la nuova classe dirigente del Pd riconsideri la scelta dell’aeroporto di Firenze, che è scellerata per il nostro territorio. Non è mai troppo tardi per dire che si erano sbagliati". Nel report, che serve "per pungolare le istituzioni" e ad esempio sul sistema di Firenze dello scudo verde per dire che "si deve osare di più, l’attuale posizione è troppo prudente", emerge che in Toscana il tasso di riduzione delle medie annuali degli inquinanti atmosferici nel periodo 2011-2021 si è dimostrato troppo basso, situandosi all’interno di un range del 3-5%: Firenze dovrebbe ridurre le concentrazioni di Pm10 del 15%, percentuale comunque inferiore a Lucca, maglia nera in Toscana. Per il biossido di azoto Firenze dovrebbe ridurre la percentuale del 32%. Il dato è alto.
Come fare allora per ridurre l’inquinamento? Secondo Legambiente Toscana la ricetta comprende "una più vigorosa cura del ferro, potenziando il trasporto ferroviario e riducendo il numero delle auto, l’estensione massimale delle zone 30 e della mobilità a trazione elettrica". Su un punto, l’incremento delle piste ciclabili, va detto che Palazzo Vecchio si sta impegnando molto, con 124 chilometri di piste ciclabili già realizzate: l’obiettivo è arrivare a 200 entro il 2030. Nel report collaterale sulla Firenze 2030 si dice che "è buona l’offerta di mezzi pubblici, il 30% dei mezzi è elettrico. E’ buono lo sviluppo delle strade a velocità calmierata. Inoltre i mezzi sharing completamente elettrici sono il 96%". I punti positivi dunque ci sono. Ma, come dice il presidente di Legambiente Firenze Lorenzo Cecchi "occorre accelerare".