OLGA MUGNAINI
Cronaca

Firenze, Aldo Cazzullo racconta il capobanda Mussolini

Il libro del giornalista e scrittore viene presentato oggi alle 18 alla Feltrinelli Red di piazza della Repubblica

Il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo

Firenze, 6 dicembre 2022 - "Cent’anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l’aveva messo al mondo".

Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Non a caso questo suo ultimo libro si intitola “Mussolini il capobanda“, edito da Mondadori, che sarà presentato oggi pomeriggio alle 18 alla Feltrinelli Red in piazza Repubblica 26. Intervengono il sindaco Dario Nardella e Agnese Pini, direttrice di Qn, La Nazione, Il Giorno e il Resto del Carlino.

Nel suo volume Cazzullo percorre il ventennio fascista e ne smonta la narrazione autoassolutoria. Un’opera di fact-checking che mette in luce come la violenza non è stata lo strumento temporaneo per andare al potere, poi messa da parte quando questo è stato raggiunto, ma l’anima nera di un regime criminale che ha trovato in Mussolini il primo mandante e l’utilizzatore finale.

In occasione dei cent’anni della Marcia su Roma, il giornalista e scrittore fa dunque i conti col fascismo e la sua eredità storica. Ricordandoci che Mussolini prima del ’38 aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza, non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici. "Fin dal 1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, - racconta – con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino. Aveva imposto una cappa di piombo: tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia, in Etiopia, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Era stato crudele con tanti: a cominciare da Ida Dalser e dal loro figlio Benitino". Ma Cazzullo ci ricorda anche che non tutti gli italiani sono stati fascisti e che "l’antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani".