
Il capodoglio di plastica (Giuseppe Cabras / New Press Photo)
Firenze, 6 settembre 2019 - Ogni minuto più di 33 mila bottigliette di plastica finiscono nel Mediterraneo. Il nostro Paese produce 4 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui l’80% proviene dall’industria degli imballaggi, e ogni anno riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.
Questi sono solo alcuni dati diffusi lo scorso anno dal wwf sullo stato del mare Mediterraneo diventato negli ultimi decenni la più grande pattumiera marina. Naturalmente a farne le spese è l’intero equilibrio ambientale dei nostri mari, messo costantemente in pericolo dalle migliaia di bottiglie, sacchetti, contenitori di plastica che ogni giorno finiscono nel mare.
Che non bisogna perdere più tempo non lo dicono solo gli scienziati, anche l’opinione pubblica inizia ad interessarsi a questo problema e ne è la prova le decine di persone, tanti i giovani, che nel pomeriggio hanno fatto da contorno al capodoglio Giovanni, un’opera del maestro Edoardo Malagigi, esposta fino al 6 ottobre all’Orto Botanico (via Pier Antonio Micheli, 3) dal martedì alla domenica, ingresso dalle 10 alle 18.30.
Il Capodoglio, color argento, è formato da oltre 4500 contenitori di plastica, carta e alluminio recuperati con il contributo del Gruppo Hera e assemblati come ondine per ricostruire questo enorme pesce, lungo ben 12 metri, dal forte impatto emotivo, pensato proprio per sensibilizzare i visitatori e rendere plasticamente la drammaticità del problema.
Il protagonista della mostra non è frutto della fantasia dell’autore, esiste davvero ed è stato avvistato per la prima volta dai ricercatori dell’Istituto Tethis nel settembre del 2016 davanti a Bordighera mentre andava a caccia di calamari mesopelagici, di cui va ghiotto, si tratta di un capodoglio maschio di circa 25 anni, lungo 12 metri, che continua a spostarsi nel mar Ligure. L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da una cerimonia nell’Aula Magna dell’Ateneo di Firenze con i saluti del rettore Luigi Dei.