BARBARA BERTI
Cronaca

Capalle sott’acqua: "Notte sul ponteggio salva per miracolo"

Le case appena fuori dal centro abitato completamente alluvionate. Panico e angoscia tra la gente. "Lasciati completamente soli".

"Ho cantato e pregato tutta la notte. Canzoni gospel, perché faccio parte di un coro, e sigle dei cartoni animati, così mi sembrava di essere più vicina ai miei figli". Silvia Pinzuti insieme al marito Stefano Caldani, ha trascorso la notte dell’alluvione al ghiaccio in cima a un ponteggio di fortuna, sotto la tettoia del giardino di casa, completamente allagato. "E’ stata la notte più lunga della mia vita. Ho pensato di morire" racconta piangendo. La coppia abita in via del Pantano, appena fuori l’abitato di Capalle vecchia. "Qui siamo abituati a vedere crescere il Bisenzio. Ma come stavolta mai. Nel 1991 qui l’acqua arrivò a un metro d’altezza, ora più del doppio" dice mentre continua a risistemare la casa con l’aiuto di amici, parenti "e generosi sconosciuti a cui va tutto il mio ringraziamento". Visto il perdurare del maltempo, la coppia era pronta a trascorrere la notte in albergo. "Metto due cose in un borsone e dico a mio marito: andiamo a dormire all’Ibis. Stiamo per uscire ma il cancello non si apre. Mi affaccio al cancellino pedonale e fuori vedo uno tzunami, un mare venirmi incontro nel buio" dice per descrivere la scena apocalittica. I due scappano e salgono sul ponteggio. "La prima ora è stata la più brutta perché vedevo salire l’acqua velocemente. Saliva, saliva, non si fermava" spiega indicando poi sul muro il segno dell’acqua: due metri e trenta centimetri. "Per fortuna lo smartphone funzionava, ogni tanto sentivo i miei figli. Credevo di non vedere l’alba. Invece quando è spuntato il sole a mio marito ho detto: avresti mai pensato di vedere l’alba sul mare dal giardino di casa?" ho ironizzato per sdrammatizzare.

Una notte di panico anche per la famiglia di Andrea Bianchi che abita in via del Ciliegio, sempre fuori l’abitato di Capalle. "Ero a Dubai per lavoro, si può immaginare la mia angoscia nel sapere la moglie e la figlia disabile sole in casa in quella situazione?" dice mostrando ciò che resta di un salotto completamente alluvionato. "L’acqua è entrata in casa come una furia, ha raggiunto i due metri d’altezza e ha iniziato a invadere anche le scale fino al mezzanino dove c’è la camera di mia figlia" spiega. "Non voglio pensare alle cose rovinate o da ricomprare ma solo al fatto che la mia famiglia sta bene" precisa. "Pero una cosa la voglio dire: qui non si è visto nessuno, una donna con la figlia disabile lasciate sole in balia del maltempo. E’ uno schifo. Non ne faccio una questione di colore politico ma di incompetenza nella gestione del territorio e delle emergenze" dice spalando il fango ancora presente intorno all’abitazione. E puntano il dito contro le Istituzioni anche altri abitanti della zona di campagna. "Nessuno è passato ad avvisare, nessuna comunicazione, solo due metri d’acqua e ora due metri di mota. E ora cosa succederà? Gli aiuti, i sostegni, i rimborsi servono subito non tra mesi" lamentano gli abitanti.

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