
Via Terzollina: "Chilometri per raggiungere mete distanti pochi metri". Il giro-pesca cui è costretto un agricoltore crea ulteriori file in zona. Intanto la riapertura di via Villamagna sblocca il caos del Pian di Ripoli.
Vita dura in via di Terzollina anche per chi da quelle parti lavora. La causa? Ancora una volta i cantieri di via Bolognese che hanno portato la piccola strada a senso unico in uscita di città. Dalla collina intasatissima da settimane arriva una storia quasi tragicomica: dodici chilometri e e un’ora di strada, più volte il giorno, per fare un tratto di qualche centinaio di metri.
È il paradosso in cui si ritrova Giacomo Sampietro, proprietario di un appezzamento forestale, per portare la legna con il trattore. Uno di quegli ultimi scampoli di territorio non urbanizzati, un paesaggio che sopravvive grazie a chi questo bosco lo manutiene, in un circuito virtuoso di economia verde. Ma che, con il provvedimento entrato in vigore il 7 luglio e che permarrà fino al 10 settembre, salvo ritardi, di economico ha ben poco.
"Per portare la legna dall’accesso al bosco, vicino al giardinetto dei partigiani, fino alla legnaia, vicino a piazzetta Mayer, per il quale normalmente impiegherei un minuto, devo fare il giro di tutta la collina, arrivare a Pian di San Bartolo, riscendere dalla Bolognese fino a Trespiano, imboccare via dei Massoni (ora messa a senso unico in direzione città), risbucare in via di Careggi e finalmente poter riprendere via di Terzollina.
Il tutto a 15 chilometri orari, perché tanto fa un trattore carico di 10 quintali di legna. Perciò oltre a perdere tempo e gasolio io, rallento anche tutto il traffico e creo code. Una situazione paradossale, proprio ora poi, in vista dell’autunno quando la legna deve essere pronta".
Eppure una soluzione di compromesso ci sarebbe: "Almeno – suggerisce Giacomo – riaprissero via del Mulino (è chiusa pure quella), così da poter passare di là dal fiume. Si tratterebbe comunque di un quarto d’ora in più, ma sarebbe un giro più accettabile".
In questi giorni intanto un nutrito gruppo di residenti di via Terzollina e via di Capornia hanno inviato una lettera in Comune dicendosi "molto sorpresi del cambio delle direttrici senza alcuna adeguata comunicazione preventiva". Gli abitanti sottolineano che tale cambiamento di direttrici "con il conseguente divieto di circolazione, direzione sud, verso piazzetta Meyer sta provocando dei paradossali disagi". Li spiegano così:
"Da sempre, la mattina il flusso delle auto che si dirigono da piazzetta Meyer verso via Terzollina/Capornia è pressoché inesistente in quanto non vi sono punti di interesse lavorativi e che il flusso è sempre stato in senso opposto, concedere pertanto il doppio senso ai residenti non provocherebbe alcun disagio alla circolazione. La prima abitazione di via Terzollina è distante dalla piazzetta Meyer circa 40 metri, ora quei residenti devono fare quindici chilometri per ritornare alla medesima piazzetta, ma anche i residenti prima del confine ne devono aggiungere altri 13 per giungere alla piazzetta. Un paradosso". L’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio ha promesso ai residenti della zona un incontro.
Intanto, mentre la collina di Careggi continua con la sua tormentatissima estate (fine cantieri solo il 10 settembre) tira un primo sospiro di sollievo la zona sud della città e in particolare i pendolari di Bagno a Ripoli che fino all’altro giorno per entrare a Firenze impiegavano – complici le chiusure di via Villamagna e via Belisario Vinta e il viale Europa ’dimezzato’ per i cantieri del tram – fino a tre quarti d’ora per percorrere un paio di chilometri o poco più.
Ieri, con la riapertura di via di Villamagna dove è stato concluso il cantiere, il traffico si è potuto ’spalmare’ finalmente su due direttrici e i tempi di percorrenza si sono finalmente ridotti tornando (quasi) alla normalità.
Carlo Casini