REDAZIONE FIRENZE

Cani e animali avvelenati, la strage silenziosa. Oltre cento casi segnalati di polpette assassine

Report della polizia provinciale (presto metropolitana) relativo al 2014. E il 2015 è iniziato male

Bocconi avvelenati

Firenze, 26 febbraio 2015 - SONO STATE BEN 116 le segnalazioni di presunti avvelenamenti di animali a Firenze e provincia. Una strage silenziosa di cani, gatti e anche animali selvatici per colpa di una vile follia che passa attraverso polpette avvelenate e spargimento di sostanze chimiche. Dalla relazione del 2014 della polizia provinciale (che presto diventerà ufficialmente polizia metropolitana) preposta della tutela dei nostri amici a quattro zampe, Firenze è la città a maggiore rischio di imbattersi in polpette appetitose ma che celano veleni spesso mortali.

VENTISETTE i casi seguiti dalla polizia lo scorso anno, un dato elevato in quanto proporzionale alla densità della popolazione, ma anche per il gran numero di condomini: la maggior parte degli avvelenamenti infatti continua a perpetrarsi all’interno degli immobili residenziali, come atroce dispetto tra vicini di casa magari per litigi su un “bau” di troppo. Segue nella mappa del rischio per gli animali Greve in Chianti con 8 segnalazioni nel 2014. Altre zone particolarmente colpite dagli avvelenatori sono Scandicci, Pelago (dove il numero è elevato rispetto alla popolazione) e Bagno a Ripoli. Proprio il territorio ripolese è stato suo malgrado protagonista anche di questi primi mesi del 2015 con ben due morti per avvelenamento (ancora da confermare con le analisi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale): il labrador Romeo di 9 mesi e la bastardina Marley di 4 anni, entrambi rimasti uccisi dopo una passeggiata nel verde attorno al cimitero di Antella. Sempre nella mappa del 2014, risaltano anche i casi di Pontassieve, Reggello, Rignano, Empoli e Fiesole.

DELLE 116 segnalazioni arrivate alla polizia metropolitana, 32 ancora in fase di accertamento in attesa degli esiti delle analisi tossicologiche da parte dell’Istituto Zooprofilattico, mentre 39 sono quelli di cui è stata verificata la reale velenosità delle sostanze trovate. Ben 4 persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria. Rischiano fino a 18 mesi di carcere per maltrattamento sugli animali e altri 30 giorni per getto di sostanze pericolose. I più colpiti dalla follia assassina dell’essere umano sono naturalmente i cani: 40 quelli con sospetto avvelenamento, di cui 13 deceduti. Sette i gattini morti, oltre a 3 volpi, una poiana e ben 25 fagiani. Gli animali selvatici sono probabilmente vittime di una “caccia al predatore naturale”accusato di limitare la ripopolazione della selvaggina e dunque di danneggiare la stagione venatoria successiva. A tutti questi animali vanno naturalmente aggiunti gli innumerevoli casi non denunciati ufficialmente dai proprietari oppure i tanti cuccioli che vanno a morire in solitudine nei boschi.

LE SOSTANZE più usate per gli avvelenamenti sono ad attività anticoagulante, metaldeide, fosfuro di zinco, pesticidi, organoclorurati, carbammati. A questi si aggiungono le terribili spugne fritte, una crudeltà che dietro un boccone che sembra prelibato nasconde una trappola dalla morte atroce. “L’unità operativa di polizia provinciale – spiega Angelo Bassi, consigliere metropolitano delegato per queste forze dell’ordine – lavora in maniera importante sul territorio grazie anche alla preziosa collaborazione con le Guardie ambientali volontarie Gav e le guardie zoofile dell’Enpa. Sono professionalità sulle quali contiamo molto e che intendiamo valorizzare nella Città metropolitana”.

Proprio sui casi di presunti (anche se vi sono pochi dubbi) avvelenamenti avvenuti all’Antella, la polizia provinciale “sta svolgendo le necessarie indagini e contemporaneamente sta effettuando controlli a scopo preventivo con personale sul posto, anche in collaborazione con la stazione dei carabinieri di Grassina”.

Manuela Plastina