Campi Peretola, ex Gkn e sicurezza Cinque volti per la città del futuro

Nella terra del segretario regionale del Pd Fossi si gioca una sfida chiave anche per i destini dell’hinterland. Dalla nuova pista all’arrivo della tramvia, dalla vertenza della fabbrica alla microcriminalità: le partite aperte.

Campi Peretola, ex Gkn e sicurezza  Cinque volti per la città del futuro

Campi Peretola, ex Gkn e sicurezza Cinque volti per la città del futuro

di Barbara Berti

Campagna elettorale bagnata, campagna fortunata. Sì, ma per chi? In 5 si contendono il comune di Campi Bisenzio. Domani e lunedì 15 maggio si svolgerà il primo turno delle elezioni amministrative 2023, per la consultazione diretta del sindaco e del consiglio comunale (24 consiglieri in totale). Il comune della Piana, 48mila abitanti, con una lunga storia di sinistra è a oggi senza sindaco. La dottoressa Grazia La Fauci è il commissario prefettizio dal 17 agosto, a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco Emiliano Fossi, diventato poi onorevole del Pd – Italia Democratica e Progressista, componente della Commissione Lavoro della Camera.

A febbraio, sostenendo la mozione Schlein, il ragazzo del Gorinello diventa segretario del Pd regionale e ritrova il feeling con i concittadini. Batte la sfidante Valentina Mercanti (mozione Bonaccini): 679 voti contro 192. Un successo che rianima il Pd locale. Ma il centrodestra è già pronto per dare l’assalto al Comune. Il primo ad aprire la campagna elettorale è Paolo Gandola, ex consigliere comunale di Forza Italia, che scende in campo con la civica da lui fondata "Impegno Vero". Sulla scheda elettorale le liste di sostegno sono diventate 5 (Lega, Forza Italia - con vari simboli al seguito- e tre civiche). A stretto giro nel centrodestra non si trova l’unità: Giorgia Meloni e i suoi scommettono tutto su Antonio Montelatici (sostenuto da altre due civiche), ex consigliere di Palazzo Vecchio del Gruppo Centro dopo la separazione (non consensuale) dalla Lega. Anche centrosinistra e sinistra, nonostante i dialoghi paventati (e nonostante l’intesa per mandare Fossi a Roma e alla segreteria regionale Dem), come cinque anni fa, vanno divise: Pd e due civiche per Leonardo Fabbri, già assessore della giunta Alunni e direttore generale del TeatroDante (ora in aspettativa); la sinistra raduna la parte più radicale, i ‘chiniani’ e imbarca i grillini. Tutti sotto la guida di Andrea Tagliaferri che dall’Imperatore (Adriano Chini) eredita pure la pagina facebook. A completare il puzzle, la candidatura dell’ex assessore della giunta Fossi, Riccardo Nucciotti: un’avventura in solitaria, con appena due liste civiche (Nucciotti Sindaco e Insieme per Riccardo Nucciotti) e il ‘peso’ di un’indagine per peculato d’uso. Così la campagna elettorale è di quelle calde: comunicati su comunicati, volantini, manifesti, dibattiti una sera sì e l’altra pure (con tanto di fan esagitati), social impazziti. E una pioggia di deputati, onorevoli, ministri, sottoministri, sottosegretari. Gandola – in pieno stile berlusconiano – non bada a spese: vele, palloncini (contestati) fuori dalle scuole e pure il mega orso. Montelatici lancia l’aperitivo del giovedì al circolo ricreativo della sua ditta e non perde occasione di criticare la passata amministrazione (dimenticando che in passato è stato tra gli organizzatori della campagna elettorale di Fossi). Tagliaferri gioca spesso in casa (Arci Rinascita) e punta sulla comunicazione 2.0. Per lui arriva pure l’ex premier Giuseppe Conte. Felpa rossa (armocromista?) è l’elemento distintivo di Fabbri che si gioca la faccia di Fossi (gli assomiglia fisicamente e nei modi) e della segretaria Elly Schlein che sbarca in città per sostenerlo. Nucciotti fa quello che sa far meglio: sta in mezzo alla gente (è stato il consigliere più votato nel 2018).

Campi è un mondo a sé.

Chiunque vinca, comunque dovrà fare i conti con problemi pesanti come macigni. In primis la vertenza ex Gkn. Altra gatta da pelare: l’aeroporto. I cinque si dichiarano tutti contrari. Ma i livelli superiori di centrodestra e centrosinistra sono per l’ampliamento di Peretola. Altra criticità: la sicurezza. Al di là dell’operazione spot di San Donnino l’emergenza spaccio e microcriminalità resta. Non c’è tempo da perdere neppure per la tranvia, cantieri aperti entro l’anno sennò addio soldi Pnrr. Ma al momento i cinque sono a discutere ancora del capolinea.

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